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Il Giornale

La riabilitazione è in forno. Continua il boom delle carceri-panetterie ... Da Milano a Siracusa sono sempre di più i reclusi che producono filoni e dolci per le mense e la Caritas ma anche per il mercato... Si parla sempre di carceri sovraffollate, di reclusi che si impiccano in cella o di star del crimine che fanno notizia in galera. Dietro le sbarre, però, ci sono pure altre realtà, come i detenuti di Opera, nei pressi diMilano e Marassi a Genova che sfornano ogni notte quintali di pane. Non solo per i compagni di celle, ma per il mercato esterno, il mondo libero. E a Trieste stanno per seguire lo stesso esempio, come è già capitato a Pavia, Bologna e Terni. Non solo: dietro le sbarre ci si ingegna nella produzione di prodotti alimentari per l’esterno, con i nomi più curiosi, dal vino “Il fuggiasco” agli amaretti “Dolci evasioni”, alle caramelle “Papillon”. “Ogni notte sforniamo una media di 6 quintali di pane, 365 giorni all’anno, oltre a pizza e focaccia. Fatturiamo un milione e mezzo di euro, ma a fine mese è sempre battaglia per far quadrare i conti” racconta al “Giornale”, Gianluca Rolla, parlando del panificio dentro il carcere di Opera. Responsabile della cooperativa “Il giorno dopo” fa lavorare 8 detenuti, su due turni, dalle 23 alle 6 del mattino quando viene sfornata l’ultima pagnotta. Il pezzo classico è il bovolino, un panino di 50 grammi, poi c’è il maggiolino, ma pure quello arabo per gli islamici e il pugliese su richiesta. Il pane del carcere di Opera finisce nella grande distribuzione, grazie a un accordo con Milano ristorazione, nei centri di accoglienza per gli stranieri, oltre che quelli di assistenza agli anziani del capoluogo lombardo. I detenuti panificatori guadagnano fra gli 800 e i 1.200 euro al mese, ma i risultati si vedono a fine pena. “Una volta scarcerato, uno dei ragazzi più bravi ha aperto in Lombardia un panificio assieme alla moglie” racconta Rolla. Il carcere di Marassi, a Genova, è l’altro istituto pioniere del pane al mondo libero. “Abbiamo cominciato con 10 chili e adesso ne sforniamo ogni giorno 3 quintali e mezzo” spiega Pietro Civello, di Italforno, la società che distribuisce i panini del carcere. I clienti esterni sono la Coop, ma pure ristoranti e la Caritas per il pane ai poveri. Sfornano anche le pagnotte al farro e alla soia, ma fra i detenuti che lavorano ogni notte imbiancandosi di farina ce ne sono due che facevano i panettieri prima di finire dentro. L’ultimo progetto sul pane dietro le sbarre è stato lanciato a Trieste nel carcere del Coroneo, dove i detenuti hanno già cominciato a servire il resto della popolazione carceraria. Adesso vogliono fare il salto di quantità rivolgendosi ai “commensali liberi”. I primi clienti garantiti sono le guardie carcerarie e risultano contatti in corso con i Vigili del fuoco. Il pane in eccedenza verrà distribuito ai poveri. Il direttore del carcere, Enrico Sbriglia, vorrebbe aprire addirittura uno “spaccio” fra il tribunale e il carcere, che sono contigui; “per permettere ai privati di prenotare pane e dolci”. L’intraprendenza del carcere non è piaciuta a Edvino Jerian, che a nome dei panificatori triestini ha protestato sulla stampa locale: “Siamo passati da 123 forni a una cinquantina con la concorrenza del pane sloveno, che viene acquistato dai supermercati. È una situazione già pesante e adesso ci si mette pure il Coroneo”. Nel 2008 erano sorti detenuti fornai anche nel carcere Dozza di Bologna e a Terni è nato dietro le sbarre il “Forno solidale”, per non parlare dei dolci. Al Due palazzi di Padova i dolci del Santo hanno ricevuto premi e riconoscimenti e sono stati serviti al G8 de L’Aquila. I prodotti “Dolcievasioni” di Siracusa, a base biologica, vengono distribuiti in tutta Italia. I detenuti si sbizzarriscono nei nomi e nelle etichette dei prodotti che poi vanno sul mercato. “Il fuggiasco” è un rosso vivo e armonico. Altre bottiglie doc sono state chiamate “Valelapena”, “Fresco di galera” e il “Recluso”, sia bianco che rosso.


Le altre iniziative

Il gelato di Opera

Nel carcere milanese di Opera funzionano un allevamento di quaglie (la Fattoria di Al Cappone) e il laboratorio di gelateria Aiscrim-Prigionieri del gusto.

I biscotti di Verbania

Nel carcere di Verbania i detenuti della Banda Biscotti producono: baci di dama, damotti, lingue di gatto, polentine e altre prelibatezze dolciarie...

...I cuochi di Volterra

Già da cinque anni chef celebrati guidano i detenuti del carcere di Volterra nella preparazione dei menù delle Cene galeotte aperte al pubblico.

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