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Il Giorno

Vino, un futuro di sfide ... Il mondo del vino chiamato a raccolta al Vinitaly non è solo una grande vetrina per le cantine che vogliono sempre più imporsi sui mercati nazionali e internazionali. Vinitaly è anche un importante momento di riflessione per fare il punto sulla situazione vino, per arginare se non risolvere i problemi che i viticoltori devono affrontare quotidianamente sui fronti prezzi e concorrenza. E nuovi paesi produttori e nuovi mercati da conquistare sono le due facce della medaglia di una competizione globale che il vino italiano deve affrontare per dare continuità a un rinascimento che lo ha portato in breve tempo a diventare un simbolo del successo del Made in Italy, dopo aver toccato il fondo nell’immagine internazionale con lo scandalo del metanolo. Ai rischi di pratiche enologiche omologanti, di atti di pirateria e di falsificazioni, si oppone la capacità delle imprese di valorizzare la speciale combinazione che unisce territorio, cultura e tradizione.
Giovedì ad esempio al convegno “Un Futuro di sfide”, organizzato da Coldiretti, Città del Vino e Symbola, si è discusso dei mercati emergenti che rappresentano le nuove sfide e le opportunità del vino italiano. E anche Gianni Zonin, tra i più grandi produttori italiani di vino (11 tenute e oltre 1.800 ettari vitati) parlando al Vinitaly della sfida della viticoltura tra europa e paesi emergenti, chiede l’adeguamento della normativa tra vecchio e nuovo mondo del vino, e l’aiuto dell’Ue per il rinnovo dei vigneti: «Non stiamo combattendo la battaglia della concorrenza ad armi pari: tra Vecchio e Nuovo Mondo del vino esiste oggi un’enorme differenza normativa, che imbriglia noi e concede agli altri la più ampia libertà. O i Paesi del Nuovo Mondo vitivinicolo si adeguano alle normative Ue - spiega Gianni Zonin -, oppure noi europei dobbiamo essere liberati da un eccesso di vincoli ».
L’altro problema urgente sul quale Gianni Zonin richiama la massima attenzione è il rinnovamento del “vigneto Europa”, ormai obsoleto: «Per ripiantarlo occorre un enorme sforzo finanziario. Da un calcolo approssimativo, solo in Italia, richiederebbe un investimento pari a 25 miliardi di euro. Infatti dei 750.000 ettari in produzione, solo 250.000 sono stati rinnovati. Per i restanti 500.000 ettari, calcolando per il rinnovo un costo medio di 50.000 euro ad ettaro, si arriva ai 25 miliardi di euro totali. E’ ovvio che le aziende viticole da sole non ce la possono fare ». Un problema che investe anche le 148 aziende lombarde in rappresentanza di oltre 1000 etichette presenti in questi giorni al Vinitaly. Cantine che hanno puntato tutto sulla qualità e che oggi devono fare i conti con la concorrenza straniera. (arretrato del 9 aprile 2006)
Autore: Eliana Bellè

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