Il “Giudizio di Parigi”, momenti iconico della storia del vino, che ha portato la Napa Valley nell’olimpo di Bacco, rivivrà in una cornice d’eccezione, lo Smithsonian - National Museum of American History di Washington, grazie a Warren Winiarski

Il “Giudizio di Parigi”, uno dei momenti iconici della storia contemporanea del vino, ossia la degustazione alla cieca organizzata nel 1976, che mise a confronto i vini del 1973 di Bordeaux con quelli della Napa Valley dello stesso anno, incoronando a sorpresa le bottiglie californiane, torna a rivivere in una cornice d’eccezione, lo Smithsonian, il National Museum of American History di Washington, che il 17 maggio ospiterà la riedizione del “Giudizio di Parigi” a 40 anni di distanza, in cui si ritroveranno i protagonisti del 1976, riuniti da uno sponsor d’eccezione, il winemaker Warren Winiarski, che con il suo Cabernet Sauvignon Stag’s Leap Wine Cellars fu capace di conquistare il palato degli 11 esperti coinvolti da Steven Spurrier, e smuovere il mondo del vino nelle sue fondamenta.
La storia, nata come una provocazione, e diventata la porta d’accesso alla credibilità internazionale della Napa Valley (anche tra i bianchi la spuntò un californiano, lo Chateau Montelena Chardonnay), fu raccontata sulle pagine del “Time” da George Taber, in un articolo diventato un caposaldo del giornalismo enoico. Tanto che oggi una bottiglia del Cabernet Sauvignon 1973 di Winiarski è esposta alla mostra “Food: Transforming the American Table 1950-2000”, di scena proprio allo Smithsonian, che nell’edizione di novembre 2013 del suo magazine incluse la bottiglia tra i 101 oggetti che hanno fatto la storia degli Stati Uniti, insieme, tra gli altri, alla tuta spaziale di Neil Armstrong, al cilindro di Abraham Lincoln ed allo Spirit of St. Louis di Charles Lindberg.