Il Governo fa dietrofront su quello che in molti, frettolosamente, avevano letto come il decreto che dava il via libera alla produzione di vini dealcolati (come riportato qui): “secondo quanto risulta a Unione Italiana Vini (Uiv), il Ministero dell’Economia ha ritirato le norme relative ai vini dealcolati recentemente inserite nella proposta di decreto legislativo in materia di accise. Ora, superato l’impasse, per Uiv è necessario che il Ministero dell’Agricoltura approvi al più presto il decreto tenendo conto degli elementi principali già discussi con la filiera”, spiega l’organizzazione guidata da Lamberto Frescobaldi.
Che tra i più più importanti da normare segnala “il processo di dealcolizzazione che dovrà avvenire in locali appositamente dedicati; il divieto della pratica per i vini Dop/Igp; considerare la soluzione idroalcolica residua (acqua di rete, tra il 95% e il 99,9%) come rifiuto e quindi non sottoposta ad accise. Uiv confida che nelle prossime settimane il Ministero dell’Agricoltura possa convocare le organizzazioni per presentare la nuova proposta di decreto. Uiv rileva, inoltre, come un Regolamento comunitario sancisca dal 2021 l’obbligo di chiamare questo prodotto “vino dealcolizzato” o “parzialmente dealcolizzato”. Le imprese italiane chiedono perciò di poter operare alle stesse condizioni dei competitor europei, applicando la parola “vino” ai dealcolati”.
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