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Il / Il Sole 24 Ore

Bere kiwi ... La conversione della Nuova Zelanda: dal boccale di birra al calice di vino... In Nuova Zelanda il vino va a tutta birra. Un intero Paese, legato alle tradizioni anglosassoni del rugby e del pub, si sta convertendo al culto del nettare degli dei. I kiwi in media bevono 77 litri all’anno di birra: un dato in calo negli ultimi tempi. Allo stesso tempo sono arrivati a degustare 13 litri di vino mentre nel 2001 il consumo pro capite era di 8 litri all’anno. Nella guerra boccale contro calice, cominciata in sordina, il vino si sta prendendo la sua rivincita. Il primo vitigno fu piantato agli esordi della colonizzazione, nel 1819, dal missionario Samuel Marsden, ma fu il britannico James Busby, che aveva imparato l’arte della spremitura a Bordeaux, ad avviare la prima azienda vinicola nel 1833. La diffusione della vite restò più legata ai sacerdoti, che usavano il vino a scopi religiosi, che ad attività imprenditoriali. Per lungo tempo la bevanda fu associata alle tradizioni “esotiche” dei pochi immigrati del Sud Europa e ignorata dalla maggioranza della popolazione, di origine britannica. Da dieci anni la corsa al vino è in ascesa: la cultura mediterranea è ormai fashionable, il consumo cresce e si moltiplicano festival sul tema. Il più famoso? Il Mission Estate Winery Concert, nella più antica azienda ancora in attività ad Hawkes Bay, sui possedimenti di un antico convento francescano.

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