Al di là delle tensioni politiche di queste ore, Italia e Francia sono, da sempre, competitor nei calici e nelle tavole del mondo. Due Paesi per cui il vino in primis, ma non solo (basta pensare ai formaggi) è patrimonio culturale e orgoglio nazionale, che si giocano ogni anno il posto di primo produttore al mondo, e che sono in lotta spalla a spalla sui mercati del mondo. Ma che, pur con una viticoltura assai diversa (basata su poche varietà e pochi territori quella francese, su una infinità di zone e vitigni quella italiana) condivide l’impostazione basata sull’origine del vino, che ha fatto scuola in Europa, e la sta facendo anche nel Nuovo Mondo. Spazi di confronto e condivisione di valori, strategie e visioni, dunque, non mancano, come già dimostrato dalla prima edizione degli “Incontri Giulio Gambelli”, dedicate alla memoria di “bicchierino”, il maestro assaggiatore per eccellenza e più talentuoso che l’Italia abbia avuto, firmati da Podere Forte, cantina di primo piano nel cuore della Val d’Orcia patrimonio Unesco, guidata dall’imprenditore Pasquale Forte, che sta puntando anche alla collina che vede di fronte, Montalcino, intanto con l’acquisizione della residenza storica del Vescovo, palazzo fatto edificare nel Cinquecento dal Papa per il Vescovo della Città del Brunello, magari, da rumors WineNews, in attesa di un ettaro a vigneto, ad altissima vocazione.
Che, dopo un’edizione 2018 che ha messo a confronto intorno ad un tavolo firme di primo piano del vino italiano e francese (da Montenidoli a Ceretto, da Montevertine a Podere Forte, da Roberto Voerzio ad Agricola San Giuseppe, da Casanova di Neri a Tenuta di Bibbiano, da Poggio di Sotto a Cupano, da Casato Prime Donne a Costanti, da Domaine Prieuf a Domaine Bouvier, da Domaine Thibault Liger-Belair a Domaine Bruno Clavelier, e Domaine Arlaud), e personalità come Lydia e Claude Bourguignon, enologa lei, agronomo lui, e fondatori del Lams, Laboratoire Analyses Microbiologiques Sols, già nel 1990, realtà indipendente a servizio di agricoltori e viticoltori e da sempre in prima linea sul fronte della sostenibilità, e ancora Bernard Hervet, tra i più affermati consulenti di Francia, con realtà come Chateau de Meursault e Domaine Faiveley, ma attivo anche in California, e ancora, Jean Pierre Giraud, della storica e prestigiosa Tonnellerie Taransaud, torna quest’anno, dal 29 al 30 marzo a Rocca d’Orcia, sul tema del “Il luogo, marchio del gusto - Le lieu, marqueur du gout”, dove torneranno i coniugi Bourguignon, il wine writer fondatore della Bourgogne Society e ricercatore dell’Università di Borgogna, Jacky Rigaux, ma dove è atteso soprattutto niente meno che Aubert de Villaine co-proprietario di una delle cantine più prestigiose del vino mondiale, Domaine Romanée-Conti.
Oltre ad altri produttori di primo piano dei due Paesi. Per condividere idee, opinioni, valori, e progetti. Lanciando, idealmente, anche un messaggio a chi governa, a livelli più alti, i Paesi d’Europa.
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