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Il Mattino

I nuovi gusti del vino ... Torna la voglia di bianco. I primi segnali li ha lanciati il mercato americano nel 2001 secondo un copione ormai collaudato: prima la ricerca scientifica per attestare gli effetti benefici sulla salute, poi il marketing raffinato per riconquistare il mercato. Come dire, l’ossessione salutista americana serve a seppellire i sensi di colpa provocati dal piacere del palato e non solo.
Al di là di questi trucchetti mediatici, i segnali, dopo un continuo declino iniziato a partire dalla seconda metà degli anni '90, segnano una inversione di tendenza. Soprattutto i mercati dei paesi dell’Europa del Nord, Svezia, Norvegia e Finlandia anzitutto, hanno iniziato a spingere nuovamente la richiesta di vino bianco italiano. Anche qui il trampolino di lancio è costituito dai vitigni autoctoni, come dire la curiosità esotica da provare e scoprire. Bando ai pinot bianchi, agli chardonnay e alle altre uve internazionali, largo ai vitigni regionali.
«Sì, è vero - conferma Giancarlo Di Ruscio, direttore generale della Tollo - quest’anno è ripartita la richiesta del nostro Trebbiano Colle Secco». Tra i più graditi dagli stranieri è il Verdicchio, un vino bianco che ha dovuto scrollarsi di dosso una immagine molto datata, stile anni '60: «Stiamo assistendo - dice Michele Bernetti, titolare della Umani Ronchi - a una ripresa generale sui bianchi, in particolare quelli di altro profilo, ovvero delle bottiglie di grande personalità, dall’ottimo rapporto tra la qualità e il prezzo e prodotte con i vitigni autoctoni». Per il Verdicchio è un vero e proprio boom grazie all’incremento del 10 per cento nel 2002. Una roccaforte dei vitigni autoctoni è sicuramente la Campania: il Greco di Tufo è il bianco più venduto in rete, va forte il Fiano di Avellino. Ma si tratta solo della punta dell’iceberg: la Falanghina del Sannio sta in una fase di alta riqualificazione grazie agli enologi chiamati a lavorare nelle storiche aziende della Valle Telesina. E poi ancora Coda di Volpe, Falanghina dei Campi Flegrei, Asprinio d’Aversa, Biancolella, Forastera, Pepella, Ginestra, fiano del Cilento e tanti altri ancora. Nessuna regione è così ricca ...

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