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Il Mattino

Vitigno Italia, protagoniste le uve autoctone il primo salone specializzato nasce al Sud ... Grandi potenzialità, sfruttate al minimo: l’enoturismo ha consentito ad interi territori di svoltare e conoscere lo sviluppo economico dopo decenni di emigrazione, ma in Campania resta un patrimonio ancora poco sfruttato. Eppure la regione si presenta con le carte in regola all'ultimo appuntamento mediatico-commerciale che sta travolgendo tutto e tutti: il boom dei vitigni autoctoni. A cogliere questa opportunità sono stati, al momento, alcuni imprenditori napoletani che hanno organizzato dal 3 al 5 giugno la prima edizione di «Vitigno Italia», il salone dedicato ai vini da vitigno autoctono e tradizionale italiano. Una intuizione che consente di occupare una nicchia del mercato fieristico sinora scoperta. Il Vinitaly negli ultimi anni ha infatti arrancato e non sono mancate critiche all’organizzazione: il successo di questa manifestazione è stato così improvviso e repentino che ha colto di sorpresa l’ente Veronafiere mentre la città si è ritrovata improvvisamente piccola di fronte al flusso di visitatori che in tre giorni le raddoppiano la popolazione. Ma l’esperienza ha dimostrato anche che il sistema vitivinicolo italiano non è in grado di sostenere la nascita di altre fiere generaliste: il Salone del Vino a Torino non ha avuto la forza di decollare mentre il Miwine è stato un flop. Colpa della crisi, sicuramente, ma anche del fatto che per la struttura produttiva italiana, fatta soprattutto da realtà di piccole dimensioni, è difficile partecipare in un anno a più manifestazioni. E nel frattempo il Vinitaly è corso ai ripari aumentanto gli spazi espositivi, triplicando i parcheggi, migliorando i collegamenti e i filtri di ingresso. La ricetta, che ha già avuto molto successo mediatico, è dunque la specializzazione del tema o del metodo di selezione, come avviene a Merano dopo i partecipanti devono superare un esame che garantisce alta qualità agli operatori e al pubblico. Napoli diventa così capitale dei vitigni autoctoni. L'esposizione di giugno organizzata dalla Sogef prevede la presenza di oltre 250 espositori provenienti dall'intero territorio nazionale, 100 buyers in rappresentanza di numerosi Paesi stranieri ed altrettanti giornalisti. Una delle idee caratterizzanti dell'esposizione di «Vitigno Italia», è quella di proporre al visitatore del Salone un viaggio attraverso l'Italia dei vini. Un apposito percorso, caratterizzato dalla particolare disposizione degli stand, riproporrà la Penisola del vino suddivisa tra Nord, Centro e Sud facilitando così l'identificazione del prodotto con il territorio d'origine. Tre enoteche completeranno il compito d'istruire il visitatore nelle sue degustazioni, si potrà iniziare la visita dal Nord o dal Sud. Il programma al momento prevede laboratori del gusto di Slow Food e dell'Ais (Associazione italiana sommelier), tavole rotonde e concorsi enologici completeranno la prima edizione di Vitigno Italia che ha i patrocini di due Ministeri, delle Politiche Agricole e delle Attività Produttive, di Regione Campania, Provincia e Comune di Napoli. Ma anche l'Ice di Napoli e lo Sportello Sprint, unitamente alla Camera di Commercio di Napoli, hanno identificato nel progetto Vitigno Italia una possibilità in più su cui investire. Altro punto di forza di questo Salone è, nelle intenzioni degli organizzatori, il rapporto con i compratori esteri, sinora gestito ed organizzato con grande cura. Del resto è questa l’unità di misura per capire se una iniziativa ha avuto o meno successo, così si misura il grado di soddisfazione delle aziende che hanno investito per esserci. Oltre l'incontro fieristico infatti saranno previsti incontri personalizzati tra i buyers ed i produttori, nelle loro aziende, il tutto per facilitare l'esportazione estera e la conoscenza delle tipicità del vino italiano ...

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