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Il Mattino

Vinitaly, la scommessa è sull’India ... Verona. Parola d’ordine: ottimismo. Dopo tre anni segnati dalla depressione da crisi, torna il sorriso alla quarantesima edizione del Vinitaly, quella dei record di partecipazione per l’ennesima volta battuti nonostante la pioggia battente. Il mercato ha ripreso a girare dopo aver sgonfiato molte bolle speculative, quelle dei vini senza storia che costavano trenta euro solo grazie al bel nome scelto dall’ufficio marketing. Il Mezzogiorno è la locomotiva del sistema Italia grazie ai volumi di Sicilia, Puglia e Abruzzo e alla Campania terribilmente trendy in questa stagione. Piacciono vini tipici, buoni a basso costo. «Il mercato - dice il professore Eugenio Pomarici dell’Università di Portici - da tempo è maturo, si produce più di quanto non si consumi». Per questo si parte alla caccia di nuove aree di consumo. Alla fine degli anni '80 si pensava di superare la crisi dei consumi coinvolgendo i giovani e le donne, nell’era dell’economia globalizzata si guarda ai paesi nuovi, ai milioni di ricchi in attesa di spendere i propri soldi con la foga esibizionista tipica dei parvenue. Per molti il nuovo mercato è l’India: «Mi piace questo mercato - dice Etile Carpené - credo che su questa nuova area concentreremo i nostri sforzi». Effetto Sonia Gandhi sul Vinitaly? A sostenerlo è la Confagricoltura dopo uno studio presentato ieri qui a Vinitaly, che ha esaminato vincoli e opportunità dei nuovi mercati: la crescita economica dell’India è tra le più veloci del mondo con un tasso medio del 5%. I numeri parlano di oltre 300 milioni di consumatori, che appartengono al ceto medio, dotati di un potere di acquisto sempre maggiore. Dunque l’economia indiana, per quanto riguarda i beni di consumo, rappresenta un mercato di grandi dimensioni, in forte espansione. In particolare, le importazioni di alimenti e bevande crescono a un tasso annuo superiore al 25%. Il consumo di vino, secondo lo studio di Confagricoltura, è ancora molto limitato (0,006 bottiglie l’anno pro capite), ma nei prossimi due anni è previsto un notevole aumento dei consumi (+7 milioni di litri, pari a un +30% per anno). In India il settore delle bevande alcoliche è un mercato di 675 milioni di litri, per un valore di quasi 3,5 miliardi di euro. Quello del VINO dunque è un segmento nascente, che costituisce solo lo 0,84% di questo mercato, ma che negli ultimi tre anni è aumentato di oltre il 22%, contro un +7% dell’intero settore. L’Italia è oggi il secondo Paese esportatore, dopo la Francia (0,46 milioni di dollari da aprile 2005 a settembre 2006). «Per questo - ha detto il presidente della Confagricoltura, Federico Vecchioni - abbiamo realizzato uno studio approfondito di questo mercato». Sui mercati internazionali del resto punta Veronafiere per sbaragliare la concorrenza di altre fiere. Il 25 maggio a Mosca e poi in autunno negli States, in Giappone e in Cina. Vinitaly nel suo tour mondiale sposta la sua attenzione verso i mercati emergenti come quello russo e cinese, l’India, e i principali mercati di riferimento come gli Stati Uniti e l’Europa, con Inghilterra e Germania in primo piano. A presentare ieri il nuovo programma del «Vinitaly Tour 2006» è stato il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani che ha annunciato anche la nuova partnership con «Cibus» la Fiera di Parma al fine di mettere a punto «una strategia un sistema integrato per la promozione del VINO sui mercati mondiali». Per raggiungere lo scopo è stato previsto un programma di investimenti ad hoc, superiore ai 100 milioni di euro. Un vero e proprio patto di ferro per promuovere il nostro vino nel mondo grazie all’organizzazione di una serie di "tour" nei principali mercati di riferimento e in quelli emergenti. Dopo Usa, Russia, Cina e India, Vinitaly aggiunge quest’anno una nuova tappa alla sua agenda internazionale: il Giappone.

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