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Il Mattino

Arriva Cantine Aperte ... La nuova edizione di Cantine Aperte, la quattordicesima in Italia e la tredicesima in Campania, ha il volto di due giovani donne, entrambi eredi di una lunga tradizione vitivinicola nelle loro rispettive regioni: Chiara Lungarotti, eletta durante l’ultimo Vinitaly alla testa del Movimento Turismo del Vino, e Daniela Mastroberardino, neo vicepresidente designata dal consiglio direttivo due settimane fa (www.movimentoturismovino.it). Si chiude così un momento difficile che ha diviso in questi ultimi anni il Movimento nato da una incredibile intuizione ante litteram di Donatella Cinelli Colombini nel 1992. Così domenica dalle 10 alle 18 da Aosta a Marsala, dal Collio al Cilento, saranno quasi mille le cantine aperte per gli enoturisti.
«Cantine Aperte - dice Chiara Lungarotti - è l’evento che ha fatto esplodere l’enoturismo in Italia, se oggi sono 4 milioni i protagonisti attivi del Turismo del vino è grazie all’impulso delle aziende socie del Movimento, che si sono impegnate nella valorizzazione dei loro territori, nella trasmissione delle loro conoscenze e della cultura dell’accoglienza in cantina. Valutando la realtà dei risultati raggiunti, possiamo affermare di essere nella fase iniziale di sviluppo di un settore che ha potenzialità di crescita evidenti e straordinarie». La grande manifestazione che ha unito l’Italia del vino si coniuga con la ripresa dell’ottimismo dopo quattro anni di crisi che ha contribuito a bruciare le ali di Icaro attaccate dalla cera della speculazione e rimesso un po’ di ordine in un mondo dove in tutti i segmenti della filiera si erano affacciati troppi parvenue e improvvisatori. Oggi non c’è weekend senza una iniziativa, l’agroalimentare sembra essere l’unico settore in movimento in un sistema economico in crisi di idee, pesantemente provato dalla globalizzazione.
Paradossalmente è uno dei pochi settori ad aver ripreso fiato grazie alla nascita del mercato unico mondiale puntando sulla sua specificità. È nato un mercato di consumatori esigenti, spesso autorganizzato in gruppi capaci di muoversi con autorevolezza tra i vigneti, fuori dai circuiti canonici che appaiono, questi sì, in fase di ripensamento. In questo fermento il Mezzogiorno, Campania e Sicilia soprattutto, sono una volta tanto autentici protagonisti e, con la crescita dell’interesse per i vitigni autoctoni, grazie al giusto rapporto tra qualità e prezzo, stanno dimostrando di saper prendere e tenere fette sempre più grandi di mercato. In questo sono state decisive le esperienze maturate da grandi enologi come Riccardo Cotarella e Luigi Moio. A dispetto delle difficoltà organizzative e di una mentalità ancora troppo legata all’epoca in cui nelle campagne si produceva e a Napoli si commerciava.
Cantine Aperte è l’occasione esclusiva per vedere dove nasce il vino di qualità italiano: tante le iniziative collaterali che arricchiscono il programma, eventi sviluppatisi nel tempo sulla scia del grande successo della manifestazione che porta nelle cantine socie del Movimento Turismo del Vino oltre un milione di visitatori in un solo giorno. Regione per regione si propongono programmi unici e fortemente legati alla tradizione territoriale, sia dal punto di vista delle produzioni tipiche in degustazione che delle tradizioni popolari che animano le vie e le piazze dei borghi. Grazie al vino, interi territori agricoli sono risorti perché è cambiata la percezione di modernità. Negli anni ’60 e ’70 era moderna l’industria, il cemento, il mangiare le stesse cose prodotte in posti lontani e vestire uguali. Adesso è moderno chi conosce la propria terra e sa reggere il mercato sfruttandone le diversità.

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