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Il Mattino

La rivincita della birra: piace più del vino ... A vedere solo i programmi in tv si direbbe che in Italia non si beve altro che vino roteando il bicchiere come insegnano ai corsi dei sommelier. Poi, girando tra bar e ristoranti ci si accorge che in realtà il consumo continua a calare, anche se non ai ritmi vertiginosi degli ultimi due decenni, mentre l’unica bevanda alcolica a segnare un trend positivo è la birra. Che, sorpresa, è anche l’unica che piace a tutti, ma proprio a tutti, gli italiani. Dalla mitica campagna pubblicitaria con Renzo Arbore («chi beve birra campa cent’anni») alle bionde mozzafiato scelte dalla Peroni o al nonnino rassicurante che ricorda «Peppone» Gino Cervi della Moretti: l’ultima indagine Makno-Assobirra conferma il successo di immagine, perché anche se in Italia resta il fanalino di coda in Europa, negli ultimi dieci anni il consumo è passato da 25 a 29 litri a testa mentre le marche sono salite da 86 a 170.
L'indagine evidenzia inoltre che due italiani su tre consumano regolarmente la birra (il 66,2%). Come? Il 37,8% degli intervistati vuole berla sempre nel classico bicchiere da birra con la schiuma, il 15% non si preoccupa invece del bicchiere, mentre il 16,2% preferisce direttamente dalla bottiglia. Un discorso a parte merita il rapporto tra la birra e la dieta mediterranea, che risulta essere sempre più diffusa: nel 2005 dichiarava di seguirla, in modo più o meno sistematico, l'80% degli italiani, oggi l'83%. Ebbene, secondo il 42,1% del campione intervistato, la birra è «molto» o «abbastanza« in linea con questo stile alimentare. Non stupisce dunque - sottolinea l'indagine - che il 47,5% vorrebbe trovare nei ristoranti o nelle pizzerie una vera e propria Carta delle Birre che li aiuti anche nella scelta del miglior abbinamento con il cibo.
Ma, anche in questo caso, i ristoratori sono gli ultimi a capire il fenomeno. Il 27% degli intervistati afferma infatti che, in presenza di maggiori informazioni sugli abbinamenti della birra con i cibi di tutti i giorni, la userebbe più spesso a pasto: il 13,9% non lo fa perchè non sa con che cosa abbinarla, il 13,1% dichiara che in questo modo la alternerebbe più frequentemente con il vino. Infine, dal punto di vista nutrizionale, un intervistato su tre (34,3%) la giudica a basso contenuto calorico, dietro a caffè, the, tisane (64,4%), e succhi di frutta-spremute (44,9%), ma davanti a vino (28%) e coca cola (13,8%).
«Un'opinione - precisa la ricerca - che non corrisponde del tutto alla realtà scientifica, visto che la birra contiene meno calorie dei succhi di frutta». La ricerca sfata anche il luogo comune secondo cui bere vino riguarda la fascia medio-alta dei consumatori mentre la birra sarebbe più nazional-popolare.
Certo, la scoppiettante promozione sostenuta dai grandi marchi riesce a coinvolgere più strati della popolazione e non solo quelli già attenti come è accaduto invece per il vino con il passa parola. Ma è anche vero che, di ritorno, molti appassionati di vino estendono la loro curiosità anche alla birra: si moltiplicano i corsi Slow Food dedicati a questa materia mentre cresce l’interesse per la birra artigianale non pastorizzata proposta da piccoli produttori. Un fenomeno ormai dilagante al Nord, ma che sta facendo capolino anche nel Mezzogiorno dove sono nate piccole birrerie impegnate nella qualità oltre che nella differenziazione del gusto. Rispetto al vino la birrà si presenta insomma non meno complessa e interessante, ma al tempo stesso con il vantaggio di essere sempre più economica e, soprattutto, di poter essere sempre prodotta durante tutto l’anno.

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