Terzo partner straniero per il vino italiano nel 2024, grazie a 851 milioni di euro di importazioni nel 2024 (+1%), secondo i dati Istat analizzati da WineNews, il Regno Unito si conferma un Paese fondamentale per il mercato enoico, ma che deve fare i conti, un po’ come tutti gli altri, con una serie di difficoltà. Problemi e grandi cambiamenti, più o meno recenti, ad iniziare dalla Brexit fino all’impatto e alla ripresa dal Covid, senza dimenticare il fenomeno delle accise (molto discusso in Gran Bretagna, ndr) che avrebbe complicato una situazione già delicata riguardo alle vendite. A fare il punto della situazione, dal palcoscenico della “London Wine Fair” 2025 (19-21 maggio), è stato Miles Beale, dg Wine and Spirit Trade Association - Wsta (e che recentemente abbiamo intervistato). Beale non ha nascosto la sua preoccupazione per il 2025, derivata dalle “crescenti tensioni geopolitiche in tutto il mondo e dei mercati spaventati dal rischio di guerre commerciali globali che hanno minato la fiducia e ridotto le previsioni di crescita, rappresentando una moltitudine di problemi che minacciano di sconvolgere il commercio del vino”. Eppure, è stato affermato, il vino nel Regno Unito è stato più colpito dalle barriere non tariffarie che da quelle tariffarie. Beale ha lanciato un appello: “se questo Governo è seriamente intenzionato a far crescere l’economia, è giunto il momento di vedere un impegno concreto per la crescita economica. È tempo che il Governo ascolti: non si tratta di uno scontro tra noi e loro, ma di mobilitarci tutti quanti”. La riforma delle accise non è piaciuta, Beale ha detto che serve “una migliore comprensione verso le imprese”, ma anche una consultazione che sia proficua.
Eppure, non mancano gli elementi positivi per guardare il bicchiere mezzo pieno: il Regno Unito è il secondo importatore di vino in volume dopo la Germania, il secondo importatore in valore dopo gli Stati Uniti e il leader nell’export dei liquori. Ha importato oltre 1,25 miliardi di litri di vino (equivalenti a 1,7 miliardi di bottiglie da 0,75 litri) e il settore contribuisce per circa 33 miliardi di sterline all’economia britannica sommando 200.000 dipendenti. Qui viene imbottigliato più vino che a Bordeaux e c’è una lunga tradizione. Tutti aspetti rilevati da Beale (a cui si può aggiungere la crescita dell’enoturismo, ndr), che, però, sottolinea come “il peso del settore rimane in gran parte inosservata. Siamo importanti economicamente, ma siamo stati troppo modesti nel raccontare le storie di queste aziende e nel promuoverne l’importanza economica”.
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