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Il mercato mondiale delle bollicine vive un momento di grazia, certificato anche dall’ultimo studio di France AgriMer: Francia al top per la produzione (4,9 milioni di ettolitri), ma le bollicine italiane rappresentano il 38% dell’export complessivo

Il mercato mondiale delle bollicine vive un momento di grazia, certificato anche dall’ultimo studio di France AgriMer (www.franceagrimer.fr) sull’andamento produttivo e commerciale nel 2015, da cui emerge che gli spumanti, ad oggi, rappresentano il 7% della produzione enoica mondiale (era il 5% nel 2000), a quota 19 milioni di ettolitri. Al top, manco a dirlo, c’è la Francia, con 4,9 milioni di ettolitri, trainata dall’enorme filiera dello Champagne, seguita, a pari merito, da Italia e Germania, entrambe a 2,9 milioni di ettolitri, grazie principalmente alle bollicine di Prosecco e Sekt, con la Spagna, e quindi il Cava, dietro, a 1,6 milioni di ettolitri. La crescita della produzione, del resto, non fa che rispondere alla crescita dei consumi, che hanno raggiunto i 17,6 milioni di ettolitri, con un ritmo del +4,1% annuo nel periodo 2005/2014, contro il +1,3% dei vini fermi. Il primo mercato, con 2,9 milioni di ettolitri di bollicine bevute, è quello della Germania, che si piazza davanti a Russia (2,4 milioni di ettolitri), Usa (1,9 milioni di ettolitri), Francia (1,8 milioni di ettolitri) e Gran Bretagna (1,3 milioni di ettolitri).
Nel 2015 hanno preso la via dell’estero 7,3 milioni di ettolitri di vini spumanti che, in linea con i dati sulla produzione, rappresentano il 7% dell’export di vino complessivo, il doppio di dieci anni fa, per un fatturato di 4,8 miliardi di euro, grazie ad un prezzo medio decisamente superiore a quello dei vini fermi: 6,7 euro al litro, quasi tre volte tanto. A dominare, essenzialmente, sono tre Paesi, Italia, Francia e Spagna che, insieme, rappresentano l’85% dei volumi ed il 90% dei valori. Il Belpaese guida la classifica dei volumi, con una quota del 38%, davanti alla Francia (24%, il 9% in meno sul 2005) e alla Spagna (23%), mentre i cugini d’Oltralpe guidano in termini di valori, con il 61% degli introiti (comunque in calo di 10 punti sul 2005), seguiti da Italia (20%) e Spagna (9%).
Pur non guidando la classifica dei consumi, è la Gran Bretagna, che di bollicine ne produce solo qualche milione di bottiglie, il primo importatore, con una quota del 18% dei volumi importati, seguito da Germania e Usa, ma cede lo scettro della classifica per valore agli Stati Uniti, dove finisce, in termini monetari, il 19% dello spumante spedito, grazie ad un prezzo medio decisamente elevato: 9,2 euro al litro, contro i 5,8 euro al litro del mercato britannico.

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