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Il Messaggero

Un dolce Maximo per gustare il gorgonzola ... Torna il vino dei Fenici. Tra qualche mese, infatti, sarà possibile degustare il risultato di una sperimentazione dell’Istituto della Vite e del Vino della Sicilia, frutto del recupero di uno storico vigneto dell’isola di Mozia, antico insediamento fenicio. A credere nell’operazione, nonostante il rischio di estinzione dell’uva, nientepopodimeno che Giacomo Tachis, forse il principale protagonista della rinascita enologica italiana degli ultimi trent’anni ... Nell’attesa curiosa di assaggiare il “nuovo vino fenicio" niente di meglio, intanto, che aprire una bottiglia da dessert che rimandi almeno in parte alle caratteristiche dei prodotti di allora: solitamente dolci, per via delle fermantazioni approssimative ed incomplete. E’ il Maximo 1999 di Umani Ronchi (15-16 euro per la mezza bottiglia), azienda marchigiana di valore consolidato. Ottenuto dalla raccolta selezionata di grappoli di Sauvignon, surmaturi e colpiti dalla muffa nobile, è un vino di grande fascino, fermentato e affinato in acciaio. Di colore dorato, olfattivamente si presenta con belle note di vaniglia, frutta secca, agrumi canditi e albicocca sciroppata. In bocca la dolcezza è equilibrata da una piacevolissima e garbata spina acida: fine e persistente, all’assaggio torna a proporre sentori di marzapane, miele, agrumi e frutta secca. Da affiancare, più che ad un dolce, ad un goloso foie gras o ad un grande gorgonzola.

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