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Il Messaggero

Se il Brunello sorprende con note balsamiche ... Un nome, una garanzia, si dice. Mica sempre vero. Basta vedere, dopo due anni di confronti spigolosi presso il Comitato di Gestione del vino nella Ue, l’epilogo del negoziato sulla protezione delle menzioni in etichetta. Più semplicemente, la conclusione delle trattative che avrebbero dovuto individuare, per ogni stato membro della Comunità, le denominazioni dei vini da tutelare in ambito europeo, perciò non utilizzabili fuori del Paese d’origine.
La decisione finale, ratificata nonostante il voto contrario dell’Italia e l’astensione della Francia, vede il Belpaese fregiarsi soltanto di diciassette menzioni "esclusive": tra le quali Amarone, Cannellino, Recioto, Est!Est!Est! Sono, invece, quarantanove quelle che hanno ottenuto una protezione più o meno limitata, a seconda dei casi, e che quindi apparterranno a nazioni diverse: noi, ad esempio, condivideremo il Vin Santo con la Grecia, mentre non potremo più utilizzare in etichetta i termini "Ruby" o "Vintage", destinati solo al Porto.
Per ingoiar l’amara pillola, gonfiandoci pure il petto con fiero orgoglio nazionalista, niente di meglio che stappare una bottiglia del vino sui cui l’Italia ha puntato più i piedi, riuscendo poi a spuntarla. E’ un Brunello di Montalcino del ’97, ultima annata disponibile: per la precisione quella di Andrea Costanti (40-45 Euro), grande classico ilcinese. Il pretesto è dato anche dalle conferme avute durante un confronto con alcune annate precedenti (persino il ’79 e ’67) tenutosi due giorni fa a Roma presso il Trimani Wine Bar.
Tutti grandi vini, dal passo lungo, profondi ma pulitissimi (splendido l’83). Come promette di divenire anche quest’ultimo pargolo in commercio (la ’97 è per molti la vendemmia del secolo), che già adesso si presenta con classe e autorità: dal colore rubino concentrato e accattivante, al momento si caratterizza soprattutto per i ricordi piacevolissimi di frutti di bosco, visciola, prugna, violetta e una fresca e delicata nota balsamica. Facendo presagire un grande futuro anche all’assaggio: composto, avvolgente, caldo, robusto, tannico, ma sempre fine ed elegante. Bevetelo pure subito, ma se fra una decina d’anni almeno voleste accompagnare della buona cacciagione, o magari un bel cinghiale in umido...

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