02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Messaggero

Kime, l’uva greca che cresce ad Ischia ... Ischia, o della viticoltura eroica. Era l’VIII secolo a.C., quando i coloni ellenici sbarcarono sull’isola, portando con loro la vite. Da allora è stato sempre un susseguirsi di poche soddisfazioni e di innumerevoli difficoltà. Basti pensare ai vitigni coltivati sui dirupi più scoscesi per farsene un’idea. Niente di meglio quindi, per conoscere più da vicino una zona così importante per la vitis vinifera, che sfruttare questo weekend per far tappa su quella terra meravigliosa.
Oggi, domani e domenica, infatti, si tiene la terza edizione di Vinischia, la manifestazione dedicata ai “Vini e prodotti tipici della Campania e delle Isole del Mediterraneo" organizzata proprio dall’Associazione Vinischia in collaborazione con svariati enti: una tre giorni fatta di assaggi, seminari, visite guidate, spettacoli.
Ruotante attorno ad un convegno sulla viticoltura delle isole, nonché alla consegna dei premi sia al "Miglior narratore di vino" che ai promotori di quella che è stata la prima doc campana: appunto l’Ischia doc.
Per un tuffo, non nell’acqua ma nel vino ischitano, che permetta sia un’immersione nelle origini di quest’enologia così difficile che un approccio estremamente attuale all’argomento, non può mancare un assaggio del nuovo bianco di Casa D’Ambra, il Kime 2000 (17-18 euro).
Nato da un viaggio di piacere di Andrea D’Ambra presso l’isola greca di Evia (la Kime di un tempo), sulla quale lui riconobbe delle uve incredibilmente simili al Biancolella d’Ischia. Uno più uno fa due, ed ecco Andrea trasferire ad Ischia ottomila viti di Kime: prime pratiche sperimentali — il progetto nasce nel ’94 —, e finalmente l’imbottigliamento, a cavallo del terzo millennio.
Il vino si presenta con una tinta ricca, che va dal paglierino intenso al dorato. Ruotandolo nel bicchiere si rivela anche denso e consistente. All’olfatto denota sentori articolati: che partono da ricordi erbacei, per arrivare a connotazioni agrumate e di frutta esotica. All’assaggio ci si trova davanti ad un vino caldo, grasso e potente: comunque piuttosto equilibrato, e dal finale nitido e persistente.
Da abbinare a carni bianche con salse grasse e a formaggi di media stagionatura, meglio se caprini e vaccini.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su