02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Messaggero

Ogni libro vuole il suo giusto vino ... I luoghi della cultura si fanno sempre più trasversali e si aprono, come è giusto, anche a nuovi universi e civiltà, vino compreso. Coi tempi che corrono, però, e con la sempre più diffusa e dilagante cultura "sommelierica", occorre sapersi destreggiare per non incappare in brutte gaffes. Arrivare a una cena con un buon libro, ma con un vino scelto a casaccio, che non c'entra niente, insomma, è il peggiore degli autogoal. Regalare l'autore giusto insieme all'etichetta giusta è invece un modo intelligente di seguire il trend, una manifestazione di gusto, oltre che di affetto per gli amici. Occorre solo esercitare un poco la fantasia. L'ultimo Barricco, ad esempio, è perfetto con un Moscato: zuccheroso, scenografico, molto calligrafico. In coppia col sofisticato saggio sugli ultimi dandies di Giuseppe Scaraffia, ci vuole invece l'eleganza complessa di un Pinot nero della Bourgogne, non meno di un Romanée Conti. Niente di meglio, invece, con un classico démodé come Il Piacere di D'Annunzio, di uno Chardonnay californiano con forte presenza di barrique: Andrea Sperelli non avrebbe potuto desiderare di meglio. A chi vuole presentarsi a una cena regalando Proust, l'abbinamento giusto è con vini da meditazione, dove raffinatezza e sensualità si combinano in un inestricabile abbraccio: ottimi i Sauternes, ma anche vini da cioccolato, come il Banyuls, o il Madeira. Il gioco si presta ad infinite variazioni, ovviamente. Camilleri può essere offerto, sul filone geografico, con un rosso siciliano — giocandosela sulla potenza del Nero d'Avola —, ma anche, sul versante psicologico, su un Barolo giovane e ancora di impatto aspro per via dei tannini. Un libro d'arte si sposa benissimo con un grande toscano, mentre un volume fotografico si adatta ad etichette complesse, visionarie, di ampio respiro, come succede affidandosi ai Bordeaux. Isabel Allende, icona dell'erotogastronomia, richiede la sensualità afosa e speziata di un Syrah australiano, mentre per Banana Yashimoto è meglio tenersi sulle acidità aromatiche di un Riesling alsaziano. Il gioco "un libro-un vino" schiude scenari di grande impatto ludico. Invitate al gioco sono la sensualità e la fantasia. Chissà che, sull'onda di una buona bottiglia — genere oggi molto più in voga di una puntata in libreria — non si smuova anche quella maledetta pigrizia che fa sempre più spesso tralasciare il piacere di leggere in favore di uno zapping senz'anima?

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su