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Il Messaggero

Un Montepulciano al profumo di viola ... "Ognuno è quello che mangia". Su questo non ci sono dubbi. Come sanno tutti i golosi più lungimiranti, impegnati da sempre nei più faticosi equilibrismi per cercare di coniugare felicemente papille e tessuto adiposo, bombe caloriche e ciambelle addominali. Negli ultimi anni è stato tutto un susseguirsi di menu "light", crudi di ogni sorta, insalatone di tutti i tipi: tatticismi tesi a soddisfare il gourmet più smaliziato come la modella più anoressica, spesso puntando sulla carta delle materie prime. Un lampo nel buio, poi, è scoccato quando ci si è ricordati che anche il vino può contribuire positivamente ad un salubre approccio alla tavola. Da lì non c'è voluto poi molto perché ci si tuffasse letteralmente nelle vasche della "vinoterapia": ultima scoperta salutistica e rigenerante, che ha definitivamente riconciliato Bacco ed Ippocrate.
Mancava ancora il tassello finale, l'intuizione che avrebbe portato il consumatore a fare "casa e bottega", riunendo in un apposito microcosmo tavola e vigneti, riposo e benessere, prodotti biologici e agruturismo. Ci ha pensato Agriverde (tel. 085.9032101), azienda abruzzese situata tra mare e colline, in quel di Ortona, già conosciuta per il suo complesso agrituristico e per la produzione di vini, olio, paste e conserve. Alla fine di luglio, nell'ambito della struttura, è stata inaugurata la nuova cantina, tra le prime in Europa ad essere realizzata secondo i canoni della biotecnia (l'architettura che si rifà ai principi dell'armonia tra edifici e paesaggio) e direttamente collegata al modernissimo Centro Benessere per la Vinoterapia Agriverde. Appendice tonificante, quindi, a poche decine di metri da botti e bicchieri, viti e uliveti.
Pensando alla salute, allora, ma senza mai disdegnare i piaceri sensoriali, alziamo i calici al lieto evento. Niente di più facile che farlo con un Montepulciano della stessa cantina, il Plateo '97 (20-21 euro): dal colore rosso rubino-violaceo concentrato e dai sentori che ricordano la viola e i frutti di bosco. In bocca è strutturato, carnoso, sostenuto da un tannino presente ma non aggressivo e da una godibile spina acida, tipica del vitigno. Ottimo, in questa stagione, su carni arrosto e pecorini stagionati, come d'inverno su un grande stracotto. (arretrato "il Messaggero" del 23 agosto 2002)

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