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Il Messaggero

News e tocchi di malvasia per un rinnovato rosato ... Meno di un mese al Vinitaly, e già tanto rumore. Il mondo del vino vive un momento ricco di progetti, chiacchiere, sorprese. Basti pensare alla succose anticipazioni che, paradossalmente, arrivano proprio in prossimità della grande kermesse veronese: l'Unione Italiana Vini, decisamente l'organizzazione più importante per gli imprenditori italiani del settore, è in trattative con la Fiera di Milano ai fini di un nuovo corposo evento legato al mondo vitivinicolo. Dovrebbe partire nel 2004, con cadenza biennale alternata al Vinexpo di Bordeaux, anch'esso allestito ogni due anni.
Di altra natura, invece, le vicende umane relative alla Guida dei Vini de L'Espresso, che dopo il distacco dal curatore delle due precedenti edizioni, Alessandro Masnaghetti, vede arruolati ai vertici Ernesto Gentili e Fabio Rizzari: in forza, fino all'edizione 2003, nella Guida Slow Food-Gambero Rosso. Cambio di parrocchia per loro, e quindi cambio d'impostazione anche per la guida diretta da Enzo Vizzari? Staremo a vedere: nel frattempo, in bocca al lupo a chi va e a chi viene.
Fra tanto baccano, è d'uopo però ricordare un uomo che non c'è più.
Leone de Castris, grande figura del vino italiano, ci ha lasciati dopo una vita vissuta tra vigne e cantine (fra l'altro anche lui, all'incirca un decennio fa, fu presidente dell'Unione Italiana Vini). A de Castris si deve, fra i tanti meriti nella valorizzazione della viticoltura salentina, il primo rosato italiano in bottiglia: tipologia che ancor oggi talvolta fatica a far breccia nel cuore dei consumatori.
Nel 1943 veniva infatti commercializzato il Five Roses, da uve negroamaro e malvasia nera: ancor oggi un paradigma nazionale, nell'ambito dei rosati. Il 2002 (7-7,50 euro), adesso in uscita, si conferma di colore discretamente carico e abbastanza concentrato. Al naso è di buona intensità, con ricordi floreali e di frutti di bosco, mentre in bocca si rivela di bella carnosità, piuttosto polputo ma equilibrato: marcato, nel finale, dalle tipiche note di melograno.
Piuttosto eclettico nell'abbinamento, si sposerà perfettamente con salumi non troppo piccanti, pastasciutte ben intingolate, pollame e carni bianche; oltreché, perché no, con una trionfale zuppa di pesce che veda anche la presenza del pomodoro.

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