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Il Messaggero

Ciak, aggiungi un film a tavola: il cinema celebra il rito del cibo, dai classici alla nuova commedia di Vanzina (“Pranzo della domenica”) ... Ricca, povera, imbandita, festosa o anche tragica: la tavola è sempre stata celebrata dal cinema. E continua ad esserlo. Mangiare, d’altronde, non è un semplice atto di sopravvivenza, ma un rito. E, come tale, si porta dietro tutto un mondo. Quello delle famiglie, che si riuniscono intorno a un tavolo e si confrontano, si amano, si distruggono. Ma anche quello degli amici, degli amanti e di chi, proprio durante un pasto, si è incontrato per la prima volta. Oggi, del rituale, si occupa Carlo Vanzina, nelle sale da mercoledì con Il pranzo della domenica. Un film che racconta gli “irrinunciabili" pasti nei giorni di festa di una famiglia, con Elena Sofia Ricci, Massimo Ghini, Galatea Ranzi e Giovanna Ralli.
E se in passato sul tema si sono cimentati registi come George Cuckor, parliamo dell’indimenticabile Pranzo alle 8 (1933), con John Barrymore, Lionel Barrymore e Jean Harlow, anche il futuro ha in serbo le sue carte. In collaborazione con la Regione Piemonte, il produttore Giampaolo Sodano ha in progetto quattro film, di cui ben tre puntano l’obbiettivo sul rito del pranzo. «Sto trattando - spiega Sodano - per produrre questi lavori con Filmax di Barcellona, Future Film di Londra e con l’italiana MFI di Giuseppe Giacchi». Il primo film, Vino, patate e mele rosse, è tratto dall’omonimo libro di Joanne Harris, già autrice di Chocolat. «La regista - anticipa il produttore - sarà l’olandese Marleen Gorris, che si è aggiudicata un Oscar nel 1997 per L’albero di Antonia». Il secondo si intitolerà Beate e suo figlio, diretto da Massimo Cappelli, con la sceneggiatura di Nicola Badalucco. Per il ruolo della protagonista si aspetta una risposta di Julia Ormond. La storia, ispirata a un libro di Schnitzler, racconta la vacanza di una donna sul lago Maggiore. Siamo nel 1914 e la vicenda si snoda tutta fra i pranzi, le cene e le feste della giovane padrona di casa. Alla scrittura del film ha partecipato un consulente della Regione Piemonte, per insegnare al regista l’eno-gastronomia di quegli anni. Le tavolate imbandite con vini doc e cibo pregiato caratterizzano il copione del terzo film, Verità Fatale dello spagnolo Jordi Fredes, che descrive nel suo film i pasti di una società molto borghese.
Certo, non è facile raccogliere il testimone e continuare in un genere di film che finisce con il suggerire paragoni con titoli che hanno lasciato il segno. Non riuscite a dimenticare il discorso di Spencer Tracy di fronte alla moglie Katharine Hepburn, al futuro genero di colore Sidney Poitier e ai genitori di lui, con sullo sfondo la tavola apparecchiata da ore? Avrete un’altra possibilità: è in cantiere il remake di Indovina chi viene a cena? di Stanley Kramer del 1967. Ma nel nuovo film il gioco è rovesciato: questa volta è la famiglia di colore a invitare a cena, sempre malvolentieri, il fidanzato bianco della figlia. Il produttore, il comico Bernie Mac, vestirà i panni di Spencer Tracy. Sarà difficile anche rievocare le atmosfere culinarie di Il pranzo di Babette di Gabriel Axel (1987), Oscar per la migliore opera straniera. Il film, ispirato a un racconto di Karen Blixen, si snoda fra brodo di tartaruga e Veuve Cliquot del 1860 e ha per protagonista una cuoca «capace di trasformare un pranzo in una specie di avventura amorosa».
La famiglia descritta dai fratelli Vanzina si rifà invece alle tradizioni italiane, nelle quali la tavola si trasforma in protagonista assoluta. Lo ha messo a fuoco anche Cristina Comencini in Il più bel giorno della mia vita, ritraendo i protagonisti mentre sono riuniti per mangiare. Lo ha descritto, fra gli altri, Ettore Scola, che ha filmato le cene di Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli, Fanny Ardant, Philippe Noiret, Carlo Dapporto e Ottavia Piccolo in La Famiglia (1987). Lo ha raccontato Mario Monicelli, che ha girato i pranzi natalizi (con finale tragico) di Paolo Panelli, Marina Confalone e Alessandro Haber in Parenti Serpenti (1991). Fino ad arrivare al celebrato Festen di Thomas Vinterberg (1998) nel quale, durante una cena familiare di compleanno, il figlio denuncia gli abusi sessuali subiti dal padre.

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