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Il Messaggero

Gli Oscar - Roma “incorona" i migliori vini italiani. Cresce il Sud e si conferma l’Alto Adige, ma la vera sorpresa viene dalle donne. Trionfa il rosato abruzzese ... E’ Roma, sempre di più, la Capitale delle ultime tendenze enogastronomiche. Eventi, tendenze, locali, pubblico sempre più competente, sono il mix vincente di una città che non si limita a subire le mode, ma le reinventa, interpretandole in una chiave assolutamente originale. E’la stessa Roma che, attraverso la sua Associazione dei Sommelier, ha tanto contribuito a costruire uno zoccolo duro di competenti, capaci di dare nuovo impulso alla ristorazione, ma anche di far volare un nuovo pubblico attento al nuovo, smaliziato, curioso, caratterizzato da un gusto. Naturale quindi che Roma, ormai da cinque anni, sia diventata il punto di riferimento obbligato per la presentazione degi Oscar del Vino, la manifestazione con la quale i sommelier italiani incoronano il meglio della produzione enologica tricolore, raccontando il punto di vista dei competenti su quel che c'è di più interesante sul mercato. «La nostra è una premiazione del tutto speciale», spiega Franco Ricci, presidente dei sommelier romani e direttore di Bibenda, sofisticato magazine per gli appassionati di settore «perché non è condizionata dal solito gioco dei guru della degustazione. I vini che vincono sono il risultato di un plebiscito. Votano i sommelier, votano i lettori delle nostre riviste - quasi ventimila "grandi elettori" - e alla fine escono etichette che raccontano un'eccellenza del tutto concreta, vicina alla gente e al giudizio degli esperti. Queste le basi culturali. Poi c'è anche il piacere di una premiazione che, col gioco delle "nomination", della costruzione dello spettacolo, consente di raccontare il vino anche al di fuori delle solite liturgie per pochi eletti». Insomma, essere esperto di vini è diventata una moda. Bastava vedere il "parterre" dei personaggi convocati all'Hilton di Roma per l'Oscar del Vino: Enrico Mentana, Paola Saluzzi, Lamberto Sposini, Giorgio Tosatti, Debora Caprioglio, Barbara De Rossi, Al Bano (produttore, a sua volta, di un ottimo vino in Puglia), Antonella Clerici (nominata con l'occasione sommelier onorario). La parola qualità è più che mai appropriata per raccontare i risultati del censimento del meglio d'Italia secondo i sommelier. Le tendenze? Senza dubbio si conferma la crescita dela Sud, ma emerge anche l'importanza dell'Alto Adige, una regione che ha saputo portare avanti una politica intelligente di investimenti in vigna e in cantina. E ancora, una premiazione che sancisce un "8 marzo tardivo", per i numerosi riconoscimenti alle donne (basti pensare alla proprietà tutta al femminile dell'Enoteca Ferrara di Roma, migliore enoteca, o a Donatella Cinelli Colombini, del Casato Prime Donne di Montalcino, riconosciuta miglior produttore. Una vittoria romantica, infine, al di fuori di ogni gioco di marketing: è il premio per il miglior rosato all'abruzzese Edoardo Valentini, capace di dare al Montepulciano una dimensione di grandezza, al di fuori delle fredde regole delle mode.

Il parterre - Antonella Clerici la “conduttrice". Vip riuniti per un brindisi eterno

“In vino veritas": è nel nome di questa massima filosofica che è andata in scena la notte degli “Oscar del Vino 2003" nel suggestivo palcoscenico dell’Hotel Hilton. Personaggi del mondo della cultura, dello spettacolo e del vino hanno affollato il parterre durante la cerimonia di premiazione, condotta da Antonella Clerici (in onda sui Rai 1, sabato 21 giugno), del prestigioso riconoscimento dell’associazione italiana Sommelier. Tra i 16 oscar consegnati direttamente dalle mani dei vip, spicca il premio speciale della giuria dato dall’attrice Marisa Merlini a Ezio Rivella per avere contribuito in prima persona all’affermazione del vino nostrano al primo posto nel mondo. A Enrico Mentana è spettato il compito di proclamare la migliore azienda vitivinicola Ca’ Marcanda (Toscana), mentre Lamberto Sposini del Tg5 Gusto ha ricevuto il riconoscimento come migliore giornalista del settore. Il vino bianco più votato è risultato essere il Collio Sauvignon Ronco delle Mele 2001 e quello rosso il Barolo Confortino Riserva 1995. “Tutto è simbolico nella vita, il vino, per esempio, rappresenta la spiritualità e l’eternità", ha detto Pippo Franco con un sorriso.

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