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Il Messaggero

Nasce una rete per promuovere il vino italiano: si chiama Enoteca d’Italia ed è finanziata metà dallo Stato e metà dalle Regioni ... Venti milioni di euro, metà dallo Stato e metà dalle Regioni, dopo il via libera dato dalla loro Conferenza. Obiettivo, un network di promozione del vino italiano nel mondo, con iniziative forti all’estero e, in casa, la rete delle Enoteche pubbliche chiamata a gestire gli sbarchi di ”esploratori” stranieri. Si chiama Enoteca d’Italia la nuova struttura, tesa ad evitare dispersioni di risorse, alla prima uscita ufficiale qui al Salone di Torino. Affianca Buonitalia, che ha invece come oggetto di un lavoro analogo l’alimentare di qualità.
Enoteca parte proprio mentre il mondo del vino italiano affronta, anche per alcuni limiti di impostazione manageriale è ormai convinzione di molti, pochi perdono tempo a negarlo, ed è eloquente la proposta di moratoria biennale dei prezzi lanciata ai produttori proprio qui da Daniele Cernilli, leader della Guida del Gambero Rosso Slow Food il primo strappo in salita nel confronto con il mercato mondiale dopo anni di sprint a tratti irresistibile.
«Si tratta di lavorare sodo e in sinergia, facendo cose importanti per una risorsa nodale, colonna portante del nostro export», spiega Pier Domenico Garrone, presidente di Enoteca, manager della comunicazione «allenatosi» sull’oggetto vino guidando l’Enoteca Regionale del Piemonte.
Il carnet di Enoteca d’Italia ha già punti fermi: il doppio appuntamento olimpico, Atene e Torino, visto come forte occasione di presenza enoica italiana, e subito, a febbraio, uno sbarco di grande sostanza a Parigi col meglio della Gran Carta d’Italia, i «buonissimi» di tutta la penisola selezionati attraverso la rete regionale. L’avvento del nuovo soggetto, fortemente voluto dal ministero di Alemanno, ha generato però apprensioni e punte polemiche in chi, finora, ha già lavorato per la causa del vino. Da Siena, l’Enoteca Italiana rivendica a sua volta il ruolo nazionale detenuto sin qui, e paventa sovrapposizioni di label tra i due enti. Rassicura Garrone: «Enoteca d’Italia è marchio registrato, dunque compatibile con l’esistente. Difficile del resto pensare uno strumento mirato sull’estero che non porti nel nome la parola Italia e l’identificativo Enoteca. Quanto all’Ente Vini senese non ha che da avanzare proposte compatibili e sinergiche con l’obiettivo. La porta alla collaborazione è apertissima.

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