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Il Messaggero

Mode che tornano - Wine/bag, e la cena finisce a casa. Sdoganato il sacchetto al ristorante con il cibo e il vino non consumati, da portare via ... Sempre più stellari i costi di una buona bottiglia. E sempre più nutrite le carte dei vini dei migliori ristoranti della Capitale, che si trovano a dover fronteggiare il fenomeno di un pubblico di appassionati sempre più competenti e interessati all'etichetta giusta. Così, di fronte al piccolo investimento che può richiedere un assaggio di una superbottiglia, ristoratori e clienti si sono dovuti ingegnare a trovare soluzioni. Gianni e Dino , titolari del Li du' cochi , a poca distanza dal Forlanini, hanno risolto il problema nel mondo più trendy. «Facciamo come gli americani: se avanza il vino, diamo al cliente il "wine bag", in altre parole la bottiglia bell'e tappata da finire a casa in santa pace. Perché fare sprechi?». D'altra parte, la stessa Monica Bellucci non si è posta problemi nel portarsi via una fetta di squisita torta dal modaiolo Santa Lucia di Bartolo Cuomo , alle spalle di piazza Navona. Sorride Umberto Giraudo , maître "migliore d'Italia" secondo le Guide gastronomiche della mitica Pergola dell'Hotel Cavalieri Hilton, covo del grandissimo chef Heinz Beck : «Da noi girano bottiglie importanti e un pubblico internazionale. Il caso del cliente che vuole portarsi quel che resta del suo Sassicaia, o del Chateau d'Yquem non è così infrequente: anzi adesso lo fanno anche gli italiani». Insomma, dal cimitero di bottiglie avanzate a fine giornata, ciucciate con gioia dal personale di sala, oppure riciclate per uso di cucina, siamo passati al cliente che non si vergogna a portarsi a casa la bottiglia del cuore. Per ora non si è ancora pensato a curare confezioni accattivanti del wine bag, ma si avvicina l'era di buste di design per portarsi via la bottiglia con eleganza. «Noi non ne abbiamo ancora di personalizzate» spiega Romeo Caraccio di Agata e Romeo , uno dei migliori locali della Capitale oltre che cantina da Mille e una Notte, «ma abbiamo delle buste da regalo molto carine, che evitano l'imbarazzo al cliente di girare per Roma con una bottiglia di vino stappata in mano». Altre soluzioni? Marco Marchetti , del Bric dietro Campo de' Fiori scommette sulle mezze bottiglie. «Ormai c'è anche il Petrus in formato 0,375 litri. Nessun rischio di avanzare un nettare costoso e risparmio di investimenti». In alternativa, wine bar a parte, dove si può consumare al bicchiere, Alfredo Tomaselli , vulcanico patron del Bolognese di Piazza del Popolo, si è inventato di stappare grandi bottiglie e di trasferirle nelle vecchie misure da osteria. «Il cliente, anche quello che è solo, può bere anche un quartino di Brunello: così non è costretto a spendere troppo, ma nemmeno rinuncia a godersi una bevuta di livello». Con una ulteriore frontiera intelligente inventata da Arcangelo Dandini dell'Arcangelo dietro piazza Cavour. Quando ha bottiglie importanti da far conoscere, favorisce che clienti amici si "consorzino" per godersi la grande etichetta.

Ma c’è anche chi ha la sua bottiglia personale

C'è chi la bottiglia mezzo avanzata se la porta via e chi, invece, se la porta proprio al ristorante. A Roma, come a Manhattan, questo è possibile grazie all'iniziativa di Anacleto Bleve. Nel suo straordinario locale enoteca di via del Teatro Valle, proprio dietro al Senato, infatti, gli squisiti sfizi minimalisti del bancone possono essere accostati a una bottiglia personale. Il sistema è semplice. Basta affittare uno spazio negli appositi scaffali della cantina climatizzata e già la discesa in una cantina ospitata nelle viscere archeologiche della città per prelevare da appositi armadi a vetri climatizzati l'etichetta del cuore (ogni "affittuario” ha una sua chiave) è uno spettacolo. Così la gente si senta più a casa, può conservare professionalmente etichette importanti ... e se avanza del vino non c'è nemmeno l'incomodo di doversi portare appresso la bottiglia. L’armadietto personale consente, all’amatore, di non sorseggiare, fino alla fine, un vino di un’annata particolare. Il piacere continua, il giorno dopo.

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