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Il Messaggero

Vinitaly pronta al via: nel mirino c’è la ripresa ... Oltre 140 mila operatori da più di 90 nazioni, a ciaccia del loro ”best buy” tra i 4.100 espositori da 30 paesi sparsi su 72.600 metri quadrati di Fiera. Si presenta così il Vinitaly n. 39, la maggiore rassegna di settore (in Europa seconda solo alla biennale VinExpo di Bordeaux) che si presenta ai nastri (il via tra tre giorni nella consueta sede veronese, chiusura lunedì 11) in un’edizione che ha l’ambizione di essere quella dell’inversione di tendenza. Un trend superbo fino a un triennio fa circa, ricco di successi di export e fatturato per il vino italiano di qualità e i prodotti correlati (a partire dall’extravergine): grigio e poi tendente al nero più di recente, vuoi per la congiuntura economica di paesi importatori come la Germania, vuoi per i rapporti di cambio euro-dollaro, ma soprattutto per l’ampliarsi e rafforzarsi della competizione globale (specie su mercati come gli Usa) e per il posizionamento non ben calibrato, con rincari talvolta assolutamente supponenti, operati da una parte dei nostri imprenditori. Ora che flebili, ma avvertibili, segnali di ripresa si affacciano, specie per chi ha saputo in parte riposizionarsi (o non ha mai sbagliato target) e mentre il Vinitaly si apre con il viatico della riacquisizione italiana (Frescobaldi) del 50% della prestigiosa Ornellaia (91 ettari e vini-culto come il Masseto, già in joint venture con Robert Mondavi, colosso Usa che ha liquidato di recente varie partecipazioni nel vino deluxe confluendo poi nel super gigante Constellation), la scommessa è non perdere il treno. Potrebbero, per un pezzo, non passarne più.

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