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Il Messaggero

Un giovane abruzzese il re degli “enotecari” ... «L'odore del vino l'ho respirato fin da bambino, in Toscana, dove ho trascorso l'infanzia. Mio nonno era titolare di un'impresa di costruzioni, ma la sua passione era per un piccolo vigneto che accudiva con amore e competenza, aveva una cantina dove si doveva entrare come in chiesa, con rispetto e raccoglimento. Anche il mio papà, che per il suo lavoro ha girovagato in varie città d'Italia, ha sempre avuto in casa una buona "cantina". Io non ho fatto altro che continuare la tradizione di famiglia». Così Nicola Roni, 35 anni, sommelier di Lanciano, in Abruzzo, nella sua caratteristica "Enoteca del Teatro" (il nome fa riferimento al vicino teatro intestato al musicista Fedele Fenaroli, nel cuore del centro storico della città), racconta la sua vita per il vino, dopo che la vittoria conquistata al famoso concorso "Laurent-Perrier" a Tours-sur-Marme, in Francia, quale "migliore enotecario indipendente del mondo", l'ha portato sulla grande ribalta. «L'esperienza di questo concorso - dice Nicola Roni - è stata esaltante. Pensate che la fase finale si è svolta in una immensa "maison": una cantina lunga 9 chilometri, con 27 milioni di bottiglie di vino in stoccaggio. All'ultima sfida siano arrivati in dieci, sette francesi e tre italiani. Per due giorni, stati sottoposti a tante prove: dal saper "riconoscere" un vino attraverso la sua degustazione al commento tecnico». Roni ha presentato un vino della sua regione, il "Montepulciano d'Abruzzo", annata 1995, di Edoardo e Francesco Valentini. «Ho preferito - racconta -, diversamente da altri concorrenti, far conoscere un vino del nostro Abruzzo, ho spiegato la "bontà" delle nostre colline e le capacità dei nostri produttori. E che il vino abruzzese abbia fatto centro tra i giurati è confermato da un particolare significativo. La sera della grande cena di gala, sono stati serviti tutti i vini presentati dai dieci concorrenti finalisti: nei bicchieri ne sono rimaste sempre discrete quantità, solo per il Montepulciano d'Abruzzo i bicchieri sono stati bevuti fino in fondo». Il concorso "Laurent-Perrier" è biennale ed è organizzato dalle Federazione nazionale degli enotecari indipendenti francesi. "Indipendenti" perché non operano in strutture pubbliche. «Io - sottolinea Roni - per un certo periodo ho lavorato all'enoteca regionale di Ortona, ma ho scelto di mettermi in proprio per lasciare maggiore spazio alla creatività. Con mia moglie Rita e i miei genitori, Gianfranco e Anna, ci occupiamo con cura di un piccolo vigneto che abbiamo a Torino di Sangro, una zona magnifica per la produzione del buon vino. Da alcuni anni ho aperto questa enoteca, dove si possono trovare circa 600 "etichette" di vini italiani e stranieri: chiaramente, i prodotti abruzzesi in primo piano. La clientela non manca, spesso organizziamo cene a base di prodotti tipici abruzzesi, con l'assaggio delle migliori novità della produzione vinicola locale. In Francia ho visto che i vini abruzzesi sono pressoché sconosciuti, eppure non hanno nulla da invidiare a quelli di altre regioni italiane. Io sono felice e orgoglioso di questo premio, non solo perché è un riconoscimento alla mia attività di enotecario, ma soprattutto perché credo che possa contribuire a far conoscere sempre più, in tutto il mondo, i vini abruzzesi».


«Regione da vini al top»

«Il successo raccolto in Francia dall'enotecario Nicola Roni - dice Massimo Di Cintio, responsabile per l'Abruzzo del "Gambero rosso" - dimostra soprattutto due cose: che i vini abruzzesi sono ormai di riconosciuta qualità e che nella regione si sta affermando una "cultura" del vino a cui contribuiscono in tanti, soprattutto i produttori e i sommelier. Non è un caso, infatti, che nella recente edizione di "cantine aperte" si siano registrate oltre 40 mila presenze, molte delle quali di fuori regione». E aggiunge Di Cintio: «Si comincia a legare il vino anche turismo e in questo gli enotecari hanno grandi meriti perché veicolano prodotti di alta qualità, come quelli di Edoardo e Francesco Valentini, che Roni ha presentato in Francia, la cui noterietà ormai è estesa in tutto il mondo».

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