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Il Messaggero

Dolce, morbido e fresco. La rivalsa del vino da dessert… «Vino rosso fa buon sangue» affermavano i nostri nonni, magari per giustificare le eventuali alzate di gomito. Ma avevano ragione, stando a quanto le più recenti scoperte hanno ulteriormente dimostrato. Perché se fino a qualche tempo fa il “resveratrolo”, ricavato dalla buccia dell'uva, veniva incensato come spazzino del grasso nelle arterie, oggi se ne apprezzano anche le virtù antivirali, utilissime di questi tempi. Come cambiano le cose, davvero: negli anni Ottanta sembrava che più il vino fosse bianco meglio sarebbe stato per la salute di tutti; dai Novanta, invece, lo sdoganamento salutistico ha riportato sulle nostre tavole i rossi, appunto più ricchi di resveratrolo. Solo una categoria enoica, quindi, è rimasta sottovalutata prima e dopo, nonostante le meraviglie prodotte: quella dei vini da dessert, ancora erroneamente considerati materia minore. Non è affatto così, però: provare per credere l'Umbria Vendemmia Tardiva 2003 La Palazzola (14 euro), dai sentori di fico, albicocca, dattero, vaniglia, cannella e cioccolato bianco. Dal palato dolce e morbido, ma fresco e per nulla stucchevole, andrà bene sui dolci, ma soprattutto affianco di formaggi caprini mediamente stagionati (arretrato del 20 gennaio 2006).

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