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Il Messaggero

Pugnitello San Felice, rosso intenso per grandi arrosti e cacciagione ... Che non si parli d'altro, sarà ormai pure assodato; ma una volta che il contenzioso fra autoctono e internazionale può avvalersi di novità di assoluto rilievo, capaci di generare sorprese non comuni, il tema si fa davvero stimolante. Stavolta l'abbrivio è dato dall'Agricola San Felice, storica azienda toscana, che dopo vent'anni di sperimentazioni sul campo ha oggi commercializzato un vino legato ad un'uva pressoché scomparsa, il Pugnitello, di cui è finalmente uscita la prima annata ufficiale, il 2003. Vitigno interessantissimo, che oltretutto potrebbe fungere da grande ausilio per prodotti espressamente territoriali quali, ad esempio, il Chianti Classico: che vive, talvolta, l'aggiunta di uve internazionali come dritto e rovescio di una medaglia piuttosto discussa. Il Pugnitello San Felice (30 euro), in questo caso vinificato in purezza, tra l'altro è un rosso interessantissimo: concentrato nel colore, con sentori di confettura di frutti di bosco, mora e amarena, e dal palato vigoroso e strutturato, con un tannino ricco e articolato anche se forse ancora troppo esuberante. Con i grandi arrosti invernali, come con cacciagjone della più nobile, farà parlare di sé anche a tavola.
(arretrato de il Messaggero del 28 novembre 2006) 

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