02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Messaggero

L’Europa deve riconoscere che il vino si fa con l’uva ... Dolce come lo zucchero, amaro come un provvedimento che potrebbe portare significativi danni al comparto del vino tricolore. Si è parlato di questo negli ultimi giorni al tavolo del ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, presenti i protagonisti della filiera enologica. Scopo della riunione era infatti arrivare alla fine di questo mese con una proposta-paese da portare al Consiglio dei ministri europei per l’Agricoltura. Il problema da risolvere, la battaglia politica che ruota intorno al problema dello zuccheraggio dei vini. Un problema che è parte di un pacchetto più ampio, improntato a logiche di razionalizzazione dei costi, portato avanti dalla Commissaria europea per l’agricoltura Mariann Fischer Boel. In pratica, sul divieto di aggiungere saccarosio ai mosti per ottenere gradazione alcolica i partner europei si sono spaccati.

Da un lato l’Italia e l’area mediterranea, dall’altra Paesi nordici e dell’Est Europa, dove lo zuccheraggio del vino, per comprensibili ragioni climatiche, appartiene per buona parte alla tradizione produttiva. Bastano 1,7 chili per ettolitro per un bianco (1,8 per un rosso) e si guadagna un grado. In alternativa, impiegati anche in Italia, ci sono i mosti concentrati o gli zuccheri d’uva, che ottengono lo stesso risultato a costi maggiori, ma anche con risultati qualitativamente migliori, anche se su questo punto molti esperti tendono a non essere categorici. Il problema centrale riguarda quello che Coldiretti ha gettato sul tavolo riassunto in una formula: vino=uva, altrimenti si taroccano le carte e si confonde il consumatore. Già, il consumatore. Perché di tutte queste battaglie dello zucchero, nulla resta alla fine sull’etichetta delle bottiglia acquistata. Il che vuole dire appiattire l’orizzonte della qualità, la forza delle Doc, l’espressione enologica veritiera di un territorio.

A oggi l’Ufficio Repressione Frodi ha strumenti per procedere contro i vini saccarosizzati, ma domani qualora intervenisse una disciplina europea ad hoc il consumatore si troverebbe indifeso e senza strumenti pratici al momento di acquistare una bottiglia di vino. Non si tratta quindi di una battaglia di retroguardia, perché la difesa dei nostri standard produttivi è anche difesa di un modello di qualità che non si presta a essere normalizzato secondo logiche massificate. Il vino è la nostra storia, oltre che un comparto molto dinamico (anche in termine di numeri) della nostra bilancia commerciale. Non ci facciamo zuccherare, per favore.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su