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Il Messaggero

Montalcino, il Consorzio diviso
sul disciplinare
del Brunello... Consegna del silenzio e una parola d’ordine: “Siamo vittime del terrorismo mediatico”. E quel che i produttori dicono al termine della riunione - informale, come ha precisato il presidente del Consorzio Francesco Marone Cinzano - che si è tenuta ieri a Montalcino tra i produttori di Brunello per discutere dell’inchiesta della magistratura sulle presunte violazioni del disciplinare di produzione. Ma il fronte è incrinato. Anche operato del Consorzio sarebbe stato criticato. La discussione sull’opportunità o meno di mitigare la rigidità del discp1inare di produzione del Brunello consentendo l’uso di uve non Sangiovese in una piccola percentuale, da anni vivace ma nell’alveo degli addetti ai lavori, oggi rischia di deflagrare. Ufficialmente, tutti dicono di non voler toccare il disciplinare. Ma il fronte, ammettono alcuni produttori, è tutt’altro che compatto. Le ragioni del mercato che chiede, soprattutto negli Usa, un Brunello più “gentile” al palato sono forti.

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