Il miglior Sommelier del mondo? È lo svedese Jon Arvid Rosengren, 31 anni e con un palmarès già impressionante, sommelier del Charlie Bird a Soho, a New York, dove si mangia italiano nel cuore della Grande Mela. Lo ha eletto ieri l’Asi, a Mendoza

Il miglior Sommelier del mondo? È lo svedese Jon Arvid Rosengren, 31 anni e con un palmarès già impressionante, sommelier del ristorante Charlie Bird a Soho, a New York, dove si mangia italiano nel cuore della Grande Mela, accompagnati da grandi vini italiani. La carta? Spazia dal Tignanello di Antinori ai Brunello di Montalcino de Il Poggione, La Cerbaiona ed Argiano, dai Barolo di Bartolo Mascarello, Giuseppe Rinaldi e Paolo Scavino alla Barbera di Giacomo Conterno e Vietti, dal Rosso di Gravner al Prosecco della Nino Negri, dal Sauvignon di Venica & Venica al Riesling di Kuenhof, dai Chianti Classico di Isole & Olena e Castell’in Villa al Vigna d’Alceo del Castello di Rampolla, dall’Aglianico delle Cantine del Notaio al Cerasuolo di Arianna Occhipinti e il Carricante di Benanti. Lo ha eletto ieri l’Asi-Association de la Sommellerie Internationale, nella finale del Mondiale per sommelier di scena a Mendoza, in Argentina, e dove Rosengren ha superato la concorrenza di 60 colleghi provenienti da 58 Paesi: in finale ha avuto la meglio sul francese David Biraud e sulla concorrente irlandese Julie Dupouy, ricevendo da Benoît Gouez, chef de cave della Maison Moët & Chandon, l’iconico trofeo d’argento ispirato al celebre Champagne.
Lo svedese aggiunge questo prestigioso riconoscimento a un ricco palmarès - Miglior sommelier dei Paesi Nordici nel 2009, di Svezia nel 2010 e 2011, e d’Europa nel 2013 - dopo aver superato la finale, tra 15 finalisti (per l’Italia, c’era Gennaro Buono, il restaurant manager del ristorante 2 stelle Michelin Il Pagliaccio, a Roma, ma che non è arrivato in finale, ndr) giudicati su servizio, degustazione di vini, produzione, gastronomia, geografia del vino e processo di sviluppo, produzione e consumo di diverse varietà in tutto il mondo.