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Il Ministero dell’Agricoltura francese vede al rialzo le stime sulla vendemmia 2016, che si attesta a quota 43,2 milioni di ettolitri, segnando, comunque, un calo del 10% sul 2015. Dalla Borgogna alla Champagne, gelo e grandine sono un flagello

Il Ministero dell’Agricoltura francese vede al rialzo le stime sulla produzione 2016, che si attesta a quota 43,2 milioni di ettolitri, segnando, comunque, un calo del 10% sul 2015, contro il 12% previsto in un primo momento, il 6% in meno della media degli ultimi 5 anni. La stima, al rialzo, è merito delle piogge di fine estate, arrivate al momento giusto, dopo una stagione particolarmente arida, ma che non sono bastate a salvare un’annata che, almeno a livello quantitativo, rimarrà negli almanacchi come una delle più scarse degli ultimi 30 anni.

A perdere, in termini produttivi, sono un po’ tutte le categorie, dai vini senza indicazione geografica (-21%) a quelli a denominazione (-6%), da quelli a indicazione geografica (-6%) al Cognac (-20%). Una scarsità dovuta, come raccontato anche da WineNews (http://bit.ly/2fFv0Sd), da un andamento stagionale a dir poco inclemente, tra le gelate di aprile e le grandinate dei mesi successivi, che hanno portato ad un calo dei raccolti che ha danneggiato in maniera particolare la Valle della Loira (-31%), i vigneti dello Champagne (-23%), quelli di Borgogna e Beaujolais (-20%) e quelli della Charente (-20%). Nella prima regione produttiva di Francia, la Languedoc-Roussillon, il calo è invece più contenuto (-10%) e più che con gelo e grandine i vigneron hanno dovuto fare i conti con la siccità di un’estate in cui non ha piovuto quasi mai. Si rafforza, così, il primato produttivo dell’Italia enoica che, secondo gli ultimi dati Oiv (www.oiv.int), toccherà i 48,8 milioni di ettolitri, in calo, ma solo del 2%, sul 2015, seguita proprio dalla Francia e, a chiudere il podio, dalla Spagna, con 38,7 milioni di ettolitri, l’1% in più del 2015.
Nel complesso, la produzione mondiale 2016 perde il 5% sull’anno precedente, a quota 259,4 milioni di ettolitri, attestandosi tra le più basse dal 2000. Rimanendo in Europa, anche Germania e il Portogallo, con rispettivamente 8,4 e 5,6 milioni di ettolitri, si inseriscono nella tendenza al ribasso (-4% e -20%), mentre in Romania (4,8 milioni di ettolitri) e in Grecia (2,6 milioni di ettolitri) la produzione è in aumento (+37% e +2%).

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