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Il Ministro Maurizio Martina: “nella prossima legge di bilancio daremo il via ai “Distretti del Cibo” come nuovo strumento a sostegno dei territori e delle comunità, per sviluppare meglio le filiere agricole, alimentari e ambientali locali”

“Nella prossima legge di bilancio daremo il via ai “Distretti del Cibo” come nuovo strumento a sostegno dei territori e delle comunità, per sviluppare sempre meglio le filiere agricole, alimentari e ambientali locali. Valorizzeremo e aiuteremo con risorse specifiche produttori, associazioni, enti locali e cittadini che vogliono progettare insieme percorsi di crescita e valorizzazione delle esperienze agroalimentari, con la consapevolezza che attorno a questi temi già oggi si gioca una parte essenziale del nostro nuovo modello di sviluppo sostenibile”. Così parlò il Ministro delle Politiche Agricole, da Milano, nell’inaugurazione del “Villaggio Coldiretti”.

“L’Italia ha tutte le carte in regola per essere leader della sostenibilità in agricoltura a livello europeo e mondiale. Lo abbiamo ribadito questa mattina a Milano all’inaugurazione del Villaggio Coldiretti, che offre un’occasione straordinaria per confrontarsi con cittadini, agricoltori e allevatori da ogni territorio. Dobbiamo continuare a lavorare su alcune delle linee che abbiamo aperto in questi anni, penso ad esempio al biologico, dove siamo arrivati a 1,8 milioni di ettari coltivati.
Dopo aver voluto l’indicazione di origine obbligatoria sul latte e stabilito l’etichettatura di origine di pasta e riso, il prossimo passo riguarderà la trasparenza in etichetta dei derivati del pomodoro. Questo è un passaggio fondamentale e sono contento che l’Italia abbia fatto un lavoro che altri Paesi non hanno fatto, sfidando anche l’Europa su questo. Il nostro è un Paese esportatore di qualità agroalimentari, continueremo a lavorare per rendere più forte la promozione e la tutela delle nostre eccellenze all’estero. Abbiamo bisogno di regole forti e condivise per mercati aperti e nuovi strumenti di protezione dai rischi, non di dazi e barriere come invoca qualcuno demagogicamente. Noi rimaniamo alla concretezza dei risultati che l’Italia sta portando a casa per dare una mano agli agricoltori italiani”.

E intanto, a proposito di primati, Coldiretti ha ricordato ancora una volta come “l’Italia ha conquistato il record europeo della biodiversità con 55.600 specie animali pari al 30% di quelle europee e 7.636 specie vegetali che sono state salvate dall’estinzione. Un risultato ottenuto grazie alla sapiente opera di circa 40.000 agricoltori custodi che dopo secoli di abbandono negli ultimi anni si sono profondamente impegnati nel recupero di piante e animali in via di estinzione”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “il risultato è che l’Italia è l’unico Paese al mondo con 291 specialità Dop/Igp oltre un quarto del totale comunitario, ma è anche leader in Europa con quasi 60mila aziende agricole biologiche e ha fatto la scelta di vietare le coltivazioni Ogm e la carne agli ormoni a tutela della biodiversità e della sicurezza alimentare”. Sul territorio nazionale - precisa Moncalvo - ci sono 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi e su 533 varietà di olive contro le 70 spagnole”.

#Stocoicontadini, sottolinea ancora Coldiretti, “è una occasione unica per conoscere la Fattoria italiana, a partire dalla capra Girgentana dalle lunghe corna a forma di cavaturacciolo, rinomata per il suo latte che, grazie a una maggiore concentrazione di Taurina, aminoacido dalle ottime capacità antiossidanti recentemente utilizzato anche nelle bevande energetiche, è particolarmente adatto a chi fa attività sportiva poiché favorisce il recupero fisico. Ma ci sono anche l’asino romagnolo sopravvissuto all’estinzione nell’ultima guerra e oggi molto utilizzato per la produzione di latte da molti considerato un farma-food che risolve i problemi delle intolleranze al latte vaccino nell’età neonatale. L’elevato contenuto in calcio lo rende estremamente utile tanto per gli anziani affetti da osteoporosi che per le donne in menopausa. Ma rappresenta anche un’ottima base per fare un gelato dal sapore unico. Mentre ha origini barbare la mucca Varzese, arrivata in Italia al seguito dei Longobardi e oggi ridotta a pochi esemplari salvati dagli allevatori, dalla quale si ottiene un latte di elevata qualità, ideale per la produzione di formaggi gourmet. E’ record anche per la Bergamasca, la pecora più grande del globo, mentre il maiale di Cinta senese incuriosisce per la fascia bianca sul manto scuro. Sono molti anche i prodotti vegetali che hanno rischiato l’estinzione e che sono stati riportati sulle tavole grazie all’impegno degli agricoltori a tutela della biodiversità. E’ il caso, ad esempio del grano monococco, la specie geneticamente più semplice e antica di grano risalente addirittura a 23mila anni fa - spiega la Coldiretti - e di quello saragolla, coltivato nell’antico Egitto delle piramidi, entrambi salvati dall’estinzione grazie all’ingegno dei coltivatori di Lombardia e Abruzzo. Senza dimenticare i semi antichi dal riso Vialone nano alla pasta di grano Senatore Cappelli che dopo essere arrivato a coprire all’inizio del secolo più della metà della coltivazione di grano in Italia negli anni 60 ha iniziato a scomparire ma oggi è stato recuperato con la produzione che ha raggiunto 2,5 milioni di chili nel 2017”.

“La difesa della biodiversità non ha solo un valore naturalistico ma - sottolinea la Coldiretti - è anche il vero valore aggiunto delle produzioni agricole Made in Italy. Investire sulla distintività è una condizione necessaria per le imprese agricole di distinguersi in termini di qualità delle produzioni ed affrontare così il mercato globalizzato salvaguardando, difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo. La tendenza all’omologazione delle coltivazioni spinta dai moderni sistemi di produzione e distribuzione degli alimenti per rendere uniformi varietà e produzioni ha determinato - denuncia la Coldiretti - una concentrazione delle specie coltivate che mette a rischio sia il potere contrattuale dei produttori agricoli, sia la sovranità alimentare dei vari Paesi e dei loro cittadini. Non a caso la Fao ha lanciato l’allarme per la crescente uniformità delle colture mondiali che ha portato nell’ultimo secolo ad una perdita del 75% della biodiversità vegetale e ha stimato il rischio da qui al 2050 della perdita di un terzo delle specie oggi rimaste”.

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