02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Mondo

L'analisi dell'esperto - Il calice è eccellente,
ma mancano i bevitori. Solo il 4% delle famiglie italiane acquista bottiglie che costano più di 7 euro. Ecco i rimedi per conquistare il mercato ... Rende quest'ultimo anno di assaggi un bicchiere Italia in splendida forma. Tutti i vini di tutte le denominazioni hanno rivelato doti organolettiche migliori. Nessuna regione, zona o sottozona esclusa, è avulsa da questo spettacolare macromiglioramento qualitativo. In particolare il 2002 è l'anno della Puglia, delle Marche, dell'Abruzzo, della Sardegna e del blasone. I vini di queste regioni attualizzano in un'annata un progresso tecnico che si chiedeva loro a gran voce da anni: le varietà autoctone locali, i Negroamaro, i Nero di Troia, i Primitivo, i Montepulciano d'Abruzzo, i Verdicchio, i Vermentino, i Cannonau, risplendono di nuova e moderna luce. Con i loro estratti altissimi, la loro potenza alcolica eccellente, la loro nettezza enologica e la loro integrità ossidativa residua molto alta, sono ormai vini di standard sensoriale internazionale. Ma più d'ogni altra regione, questo è l'anno dei tanti nuovi produttori emergenti e del blasone. L'anno in cui una moltitudine di nuove aziende esordisce con una linea di prodotti mediamente impeccabili. L'anno in cui i produttori titolati, potendo finalmente contare sulla disponibilità di materia prima proveniente da nuovi impianti qualificati, pongono il suggello della loro storica classe su una proposta eccellente. Frescobaldi, Gaja, Antinori, Ricasoli Castello di Brolio, Fonterutoli, Ornellaia, Sassicaia, i mille altri produttori dal celebre nome: mai come quest'anno l'élite della produzione italiana sfoggia un bicchiere analiticamente migliorato e tecnicamente impeccabile.

Si può dire finalmente compiuto il sistema del grande vino italiano. Non più un gap enorme fra i migliori e la media, sempre più alto il numero di aziende rappresentative. Onore allora al merito della produzione, che non si è certo tirata indietro nell'investire le cospicue risorse economiche e operative per trasformare qualificando il prodotto.
Conseguenza dello stato di grazia del nostro vino, la positività pluriennale dei corsi economici del comparto. La produzione di vino è l'applicazione agricola che maggiormente remunera il capitale investito (quanto a utile e a incremento del valore immobiliare del complesso produttivo). Il prodotto agricolo dal più alto valore aggiunto è il vino, referenza che contribuisce maggiormente all'attivo della bilancia commerciale alimentare italiana. Diversi fattori inducono adesso il comparto a ottimizzare gli aspetti commerciali e distributivi, a consolidare i corsi raggiunti. Fra i più importanti, il raffreddamento della domanda estera, il calo della propensione globale alla spesa, il grande volume di nuova offerta qualificata immesso in circolo in pochi anni. Inevitabile la giustapposizione dei prezzi, l'ottimizzazione della rete di vendita, la strutturazione del marketing e la crescita degli investimenti per la comunicazione.

Qualsiasi mercato maturo e moderno non consente rendite di posizioni speculative: non le consente il vino, visto l'eccellente rapporto qualità/prezzo di molti vini di nuovi Paesi stranieri produttori. Qualsiasi prodotto maturo e moderno non si sviluppa se non ampliando il proprio mercato e investendo in comunicazione (ancora molto bassa la cifra investita dal comparto per l'ampliamento della platea di consumatori). Vista la flessione del mercato estero, visto che è proprio grazie ai consumatori stranieri che il sistema vino italiano ha realizzato le risorse per migliorare radicalmente se stesso (è mediamente del 75% la quota dei ricavi dall'export), occorre trovare nuovo sbocco sul mercato domestico. Obiettivo imprescindibile per non perdere capacità di remunerare, quindi di attrarre, nuovi capitali.

Fatti buoni i vini italiani, occorre creare i bevitori italiani di vini di qualità.Gli italiani infatti pressoché non consumano il vino di alta qualità (nazionale e non). In larga maggioranza lo percepiscono ancora come un prodotto difficile e caro. Ne bevono assai poco, ne comprano solo di poco costoso: soltanto il 4% delle famiglie acquista oggi in enoteca vini più costosi di 7 Euro. Ciò mentre i 539 migliori vini italiani degustati quest'anno costano tutti di più. Occorre allora concentrare le forze di tutti gli operatori per attrarre sul vino italiano un pubblico nuovo: un grande mercato potenziale rappresentato dal 96% delle famiglie italiane. Ottima in questa direzione l'iniziativa dell'Enoteca italiana avviata dal governo, in particolare dal ministero delle Politiche agricole, Giovanni Alemanno, e dal sottosegretario Teresio Delfino (vedere riquadro accanto): è il nucleo di un'azione istituzionale la cui mission principale è proprio la valorizzazione, la promozione e la comunicazione del grande valore del vino italiano di qualità.
Ma nello stesso tempo i produttori si aprano e si concentrino sul mercato interno, smettano di elaborare strategie di marketing unicamente volte al conseguimento dell'ordine da parte del cliente (sell in), e/o ad acquisizioni di nuovi importatori sui mercati esteri. Si rivolgano al pubblico non tecnico, lo coinvolgano, lo contattino, lo accendano con mirate azioni di presentazione e di promozione (sell out).E non solo. I produttori, i distributori, gli enotecari, i ristoratori e i commercianti rendano effettivamente acquistabili dal pubblico i grandi vini italiani, ciò con responsabili e coese strategie, soprattutto con ricarichi equi e complessivamente sopportabili.

Il vino italiano è cambiato radicalmente. Quando tutti gli italiani ne avranno compreso e sperimentato direttamente il valore, la piacevolezza del suo sapore sulle labbra e ai sensi di tutti, il vino italiano avrà il più alto valore che può meritare: un pubblico di consumatori nazionali tanto appassionati quanto consapevoli e perciò moderati.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su