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Il Mondo

Speciale “Il Mondo” …

Cavit premiata da Mediobanca …

Una recente indagine di Mediobanca nell'ambito delle medie imprese (quelle che hanno totalizzato un fatturato compreso tra 50 e 265 milioni di euro nel 2002, con una crescita superiore al 20%), ha inserito di diritto la Cavit tra le 27 aziende più dinamiche in Italia. I dati 2003 dimostrano che la grande cantina trentina diretta da Giacinto Giacomini continua a marciare di buona lena, avendo messo a segno un fatturato di gruppo di 226 milioni, un incremento del giro d'affari del 14,4% e un utile ante imposte di 2,2 milioni, indice di buona redditività. Cooperativa di secondo grado che riunisce 12 delle 15 cantine sociali trentine (per un totale di 5.400 viticoltori), Cavit realizza l'86% del fatturato all'estero: è infatti la numero uno tra le 43 maggiori imprese del mercato per quanto riguarda il totale delle esportazioni. Lo sbocco principale è il mercato Usa dove il marchio Cavit è il numero uno nel canale ristorazione.

Mezzacorona da Trento in Sicilia

Un investimento di 150 milioni di euro per creare una Cittadella del vino, con una parte industriale destinata alla produzione, una commerciale per la vendita e un'altra ancora dedicata alla cultura (un auditorium da 1.200 posti) per un totale di 130 mila metri quadrati coperti: è il gioiello del gruppo Mezzacorona, la cantina sociale trentina guidata dall'amministratore delegato Fabio Rizzoli che scandisce così i suoi primi cento anni di vita. Azienda cooperativa con 1.350 soci, ha due grandi polmoni, a Nord e a Sud della penisola, in Trentino Alto Adige e in Sicilia. Nell'isola Mezzacorona ha comprato negli ultimi due anni circa mille ettari di vigneto (con un investimento a regime di 130 milioni) con un riscontro notevole dal punto di vista commerciale rappresentato dalla vendita di circa 1 milione di bottiglie.

Illva di Saronno concentra le tenute

La nuova ragione sociale, Case vinicole di Sicilia, è pressocché sconosciuta al grande pubblico. Sono invece molto familiari in Sicilia, e non solo, i tre marchi e le tre aziende che si sono raccolte nella nuova compagine: Duca di Salaparuta (produce vini di alta gamma) , Corvo (etichette del bere quotidiano) e Florio (vini marsala, passiti e liquorosi). La nuova struttura organizzativa decisa dalla Illva di Saronno, proprietaria del nuovo polo siciliano affidato alle cure di Carlo Casavecchia e il restyling sull'immagine dei vini delle tre linee, sono solo il punto di partenza di nuove iniziative. Proprio all'inizio di quest'anno sono state infatti acquisite due tenute, Suor marchesa nella zona di Gela e Vagliasindi, alle pendici dell'Etna, due storiche tenute entrate a far parte del patrimonio della Duca di Salaparuta.

E Santa Margherita cambia i manager

Superato il 2003 con un discreto aumento del giro d'affari (71,1 milioni, +9,4%), la Santa Margherita di proprietà del gruppo Zignago (famiglie Marzotto-Donà delle Rose, quotato in Borsa) ha accusato una contrazione del 4,8% dei ricavi netti nel primo trimestre 2004, dovuta alla flessione delle esportazioni (il mercato italiano ha segnato infatti un progresso del 3,6%). L'anno in corso segna anche un totale rinnovamento della cabina di regia del gruppo, oggi presieduto da Andrea Donà delle Rose e guidato dall'amministratore delegato Angelo Milanello, anche a capo della holding Zignago. Nuovo anche il direttore commerciale Ettore Nicoletto e il direttore marketing Alessandro Alì, arrivato in piena estate. Al gruppo Santa Margherita fanno capo cinque società: la Tenimenti Pile, Lamole e Vistarenni in Toscana, la Cantine Torresella e la Selios di Sicilia entrambe con sede a Fossalta di Portogruaro (Venezia), la Kettmeir di Caldaro ( Bolzano) e la Ca' del Bosco in Franciacorta guidata da Maurizio Zanella, gioiello del gruppo.

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