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Il Mondo

Un sensore nel tappo. Per registrare il percorso commerciale del vino. Bottiglie nel database con Rfid. Tracciamento La soluzione di Oracle e Lab Id per le cantine doc (la prima è stata la Caprai di Montefalco) ... Creare un “dna elettronico” del vino. Questa l’originale idea con cui Oracle e Lab Id, una realtà al top nel campo degli Rfid, del tipo di quelli usati per il tracciamento delle merci, che la società bolognese ha lanciato nei mesi scorsi. Smartcorq viene già usato da alcuni piccoli produttori di vini per memorizzare informazioni come la data di vendemmia, il produttore o le ricette più adatte a quel particolare tipo di vino oppure, nel caso di vini pregiati, quelli dei precedenti proprietari. Ora, grazie all’accordo tra Lab Id e Oracle, il tappo, letto da uno scanner, sarà in grado di fare molto di più.
“L’idea”, spiega Marco Astorri, amministratore delegato di Lab Id, “è quella di sfruttare le potenzialità degli Rfid e la flessibilità dei database di Oracle per costruire una vera e propria mappa genetica del vino, registrandone ogni singolo passaggio. I campi potranno essere compilati e arricchiti di dati in maniera dinamica, a seconda delle esigenze. Le cantine di produzione, usando un database standard, saranno in grado di identificare in maniera unica ciascuna bottiglia fissando le caratteristiche del contenuto. Enoteche, collezionisti, ristoranti e consumatori finali potranno consultare i dati e, se necessario, aggiornarli contribuendo a creare una vera e propria storia della bottiglia”.
Smartcorq sarà utile anche per la commercializzazione del vino. Il tappo potrà essere letto da scaffali intelligenti o Pda che comunicheranno con il database Oracle, aiutando nella gestione dei magazzini e delle cantine. (arretrato de Il Mondo del 26 maggio)

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