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Allegrini 2024

Il Mondo

Bollicine per tutte le tasche ... Un sorso di allegre bollicine ha segnato il passaggio dal vecchio al nuovo anno. Solo pochi, però, sono ancora convinti che lo spumante si stappi da Natale all’Epifania. Tutti gli altri, giovani in testa, hanno scoperto da tempo quanto le bollicine siano seducenti in occasione di un aperitivo sciccoso. E quanto siano brave ad accompagnare una grande varietà di piatti, dall’antipasto al dolce. E allora, archiviati i botti di capodanno (e i brindisi non sempre all’altezza), gustiamoci un bicchiere di soave spumante anche domani, magari con una scheggia di Parmigiano Reggiano o con due fettine di prosciutto crudo dolce o ancora con un pezzo di pizza bianca romana calda, che se esce dal forno di Roscioli non si scorda più. Cosa scegliere? Questo è un momento d’oro per tutte le tipologie di bollicine nazionali. Volendo puntare sul metodo classico, non sono poche le etichette in grado di confrontarsi a testa alta con la gran parte dei cugini d’Oltralpe. Brut, millesimati, cuvée speciali, satèn, rosé, demisec (questi ultimi da abbinare ai dolci), le varietà sono molte e caratterizzano spumanti più o meno strutturati, più o meno giovani e fragranti, ma comunque validi. Sia che si preferiscano bollicine Trentodoc, sia che si scelgano Franciacorta, Oltrepò pavese, Alta Langa o ancora le proposte da vitigni autoctoni lungo lo stivale.
A ogni modo, per chi ama confrontarsi con le novità, la prima donna di questa stagione è senza dubbio il Perlè nero delle cantine Ferrari, nuova etichetta firmata della terza generazione della famiglia Lunelli, proprietaria della maison di Trento. Frutto di sole uve Pinot nero, è il primo Blanc de noirs di Ferrari, in una scuderia di bollicine da uve Chardonnay sicuramente più leggiadre del nuovo fratello che matura per sei anni prima di sbarcare sul mercato con un corpo così importante che a occhi chiusi può sembrare quasi un vino rosso. Insomma bollicine di razza di un’aienda che, assieme alle due cantine franciacortine Bellavista e Ca’ del Bosco, è sicuramente al vertice della spumantistica nazionale (per alcune etichette anche in fatto di prezzi). Ma grande piacevolezza regalano anche prodotti di fascia meno alta, spesso preferiti rispetto a bollicine più complesse.
Sempre tra le novità, ci sono quelle delle trentine Cantina Isera e Cesarini Sforza.
Mentre in Franciacorta è speciale l’Extreme di Berlucchi, l’ultimo nato della cantina di Corte Franca della famiglia Ziliani. Tornati a concentrarsi sul Franciacorta (ne è la prova l’ottima versione Satèn) dopo i successi incassati con la nota cuvée Imperiale, i Ziliani hanno appena tirato fuori questo extra brut realizzato con sole uve Chardonnay dell’annata 2004 (tra le migliori del decennio), da considerare una chicca per pochi (meno di 10 mila bottiglie).
Neonato anche l’allegro Brut 25 della Fratelli Berlucchi: il primo Franciacorta non millesimato della maison guidata da Pia Donata Berlucchi.
E infine ecco nel blu dipinto di blu, la nuova interessante linea sigillo blu di casa Martini con il suo prodotto di punta: la Riserva MonteIera cuvée nobile, dedicata alla famiglia dei conti Rossi di Montelera, fondatori della casa spumantistica Martini & Rossi. Composta da Pinot nero (tra 80-90%) e Pinot bianco, ampio profumo e vivacità, è una etichetta metodo classico destinata esclusivamente alle enoteche e ai ristoranti.

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