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Il Mondo

L’oro in bottiglia di Ligresti ... Le Tenute del gruppo Saiagricola... Immobili e grande finanza prima di tutto. Ma anche quando si veste da agricoltore e vignaiolo Salvatore Ligresti non scherza. Anzi. Passin passetto, complice una passione a molti sconosciuta, l’ingegnere che controlla con la sua famiglia il gruppo FondiariaSai (e non solo) ha infatti creato un polo agricolo con i fiocchi, tra i maggiori del settore con più di 5 mila ettari di terre, che per giunta continua a crescere. Lo dimostra la nuova realtà produttiva di Villetta di Monterufoli in Maremma, una grande proprietà di oltre mille ettari, con tanto di agriturismo in mezzo a boschi, pascoli e uliveto, che proprio lo scorso anno ha sfornato dai 16 ettari di vigneti i suoi primi vini (un Val di Cornia rosso, battezzato Malentrata e un fresco Vermentino). Ed è significativo anche l’accordo commerciale raggiunto con la Tenuta di Arbiola in Piemonte (25 ettari vitati nell’area di San Marzano Oliveto, al confine di Monferrato e Langhe) che potrebbe rappresentare il primo passo di partnership anche più strette. Insomma un grande interesse quello di Ligresti per la terra e per la vigna che si concentra nello scrigno Saiagricola e miete successi non indifferenti, grazie anche alla capace gestione di Guido Sodano, direttore della Saiagricola e alla collaborazione di abili professionisti del ramo, come Lorenzo Landi, l’enologo del gruppo che si occuperà a questo punto anche della produzione piemontese di Arbiola. Il primo tassello del puzzle Saiagricola è stata la Fattoria del Cerro a Montelpulciano, in Toscana. Un’azienda bella e seria che ha girato la boa dei suoi primi 30 anni di attività e produce un Nobile di Montepulciano (ma non solo) sempre valido e piacevole (stappate una bottiglia di Antica Chiusina per accompagnare una carne rossa e farete un figurone). Poi è arrivata la Poderina a Montalcino, un’altra realtà di valore che firma un eccellente Brunello e uno spudorato Moscadello da vendemmia tardiva, delizioso con formaggi e dessert. E poi ancora vaste proprietà in Maremma e in Umbria, dove con l’acquisizione dell’azienda Colpetrone, a Gualdo Catteneo (Perugia), è iniziata la produzione del Sagrantino di Montefalco che sta regalando a Ligresti soddisfazioni a gogò. La selezione Gold 2004, in particolare, un rosso intenso veramente notevole che viene prodotto solo nelle migliori annate, ha fatto man bassa di premi, risultando a ragion veduta, al vertice della classifica dei migliori vini d’Italia. E anche le etichette dell’annata 2005 promettono molto bene. Ma, a ben vedere, il primo passo di Ligresti tra i campi non è stato tra i vigneti in Toscana, ma nelle risaie della piemontese Cascina Veneria: l’azienda che la Sai acquistò dalla famiglia Agnelli negli anni Cinquanta e che fu il set del film realista Riso amaro di Giuseppe De Santis con Silvana Mangano nelle vesti della mondina. Oggi l’azienda è condotta secondo rigorosi disciplinari di coltivazione che vietano l’uso di insetticidi e dai suoi 750 ettari si ricava un riso cosiddetto “secondo lavorato” dalla sbiancatura delicata di notevole pregio. Fiore all’occhiello il Carnaroli: gettonato dall’alta ristorazione ha un chicco consistente, magnifica capacità di assorbimento dei condimenti, perfetta tenuta alla cottura per risotti super. Amati da Ligresti.

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