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Il Mondo

Giordano fa prosit con le banche ... Possibile acquisizione in Germania e ristrutturazione del debito per il gruppo piemontese... Effetto leverage trai filari. Dopo i rescheduling del debito negoziati con
le banche da decine di società in portafoglio al private equity, anche la Giordano vini apre un tavolo per fare il tagliando al debito. Il gruppo di Diano d’Alba, nelle langhe cuneesi, ha appena firmato un accordo con il pool guidato da Interbanca e Ikb che due anni fà finanziò il buyout condotto da Pep (Private equity partners). Un’operazione con cui il fondo gestito da Giovanni Campolo e Fabio Sattin rilevò il 76% del’azienda vinicola in associazione con la famiglia Giordano, i fondatori, rimasti al 24%. La quotazione lampo in Borsa, immaginata a pochi mesi dal buyout con Unicredit, non è stata possibile. E adesso la leva (80 milioni il debito) risulta troppo alta in relazione all’andamento del business, con l’ebitda dello scorso annodi 14,5 milioni e un budget 2009 di 11, peraltro conservativo rispetto al buon andamento dei primi quattro mesi.
Le banche hanno accettato di allungare di due anni il rimborso del debito, a condizioni migliori, prima che entrassero in tensione i covenant finanziari. Mentre Pep e famiglia Giordano si sono impegnati a ripatrimonializzare l’azienda per circa 10 milioni attraverso un prestito obbligazionario convertendo a quattro anni. Il rapporto debito/equity passerà così da 6,5 a 4 volte.
Intanto, il fondo sonda le opportunità per aggregare nuove realtà alla Giordano vini, 129 milioni di ricavi, sesto gruppo nazionale ma primo nella vendita diretta (online, corrispondenza) in Italia e in 23 Paesi che assorbono il 40% dei ricavi. L’occasione può venire da Langenlonsheim, nella valle del Reno, dove ha sede la Pallhuber, anch’essa leader in patria nella vendita di vini per corrispondenza con 50 milioni di ricavi. L’asta organizzata dal fondo Orlando, proprietario di Pallhuber, e dall’advisor Kpmg prevede le offerte preliminari entro il 20 luglio.

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