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Il Mondo

Gancia vuole brindare con nuovi azionisti ... Business plan e ipotesi di apertura della famiglia... La riflessione accomuna i fratelli Lamberto e Massimiliano Vallarino Gancia e il cugino Edoardo. Cioè la quinta generazione di una delle casate più illustri degli spumanti italiani. Per la Gancia di Canelli (Asti) l’apertura anche parziale del capitale fuori dalla cerchia familiare è in effetti un passo da considerare con grande prudenza, anche se i contatti avviari tramite intermediari con alcuni fondi di private equity lasciano intuire che la disponibilità c’è. Almeno in linea di principio, visto che qualunque deal dovrà passare il vaglio di quote, valori e ruoli di governance. In casa Gancia lavorano da tempo per contrastare il calo dei ricavi scesi quest’anno attorno agli 80 milioni dai 100 di un anno fa (ma ha pesato la cessata distribuzione dei prodotti Spirits Maxxium). Anche il 2008, del resto, aveva registrato cali a volume del 10,6% per l’azienda degli spumanti Asti docg, Pinot di Pinot, Brachetto d’Acqui, di specialità come Vermuth Gancia, Americano, Barolo chinato e infine dei vini. Un anno fa la famiglia ha messo mano al portafogli iniettando 10 milioni di nuovo equity. È arrivato alla guida Paolo Fontana con il ruolo di amministratore delegato, manager con svariate esperienze aziendali che ha sposato una erede Gancia. E da ultimo, pochi mesi fa, è stato perfezionato un finanziamento da 29 milioni garantito da immobili e tenute con Unictedit, Intesa Mediocredito, Popolare Novara, Bre e Cassa di Asti. Un’operazione che ha garantito più respiro a fronte di un indebitamento netto totale che a inizio anno era di 46 milioni. Il nuovo business plan punta a fare crescere Gancia nel mercato degli spumanti secchi, che offre ancora importanti opportunità di sviluppo. La produzione del gruppo di Canelli è infatti tradizionalmente legata allo spumante dolce (70% di quella globale) che negli ultimi anni ha registrato una continua erosione (-2% lo scorso esercizio) mentre il marchio Pinot di Pinot ha aumentato le vendite del 7,4%. La riorganizzazione e il miglioramento della redditività (ebitda al 3,6% dei ricavi quest’anno e al 10% nel 2010, secondo il piano) dovrebbero consentire ai Gancia di valorizzare al meglio l’azienda, Anche nel caso in cui la famiglia decidesse di accogliere un partner nella compagine di comando.

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