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Il Mondo

La squadra per sfondare fuori dall’Europa ... Circa 7 milioni di euro: è il budget che finanzierà il primo progetto di promozione nei Paesi extraeuropei del Consorzio Italia del vino, l’organismo costituito un anno fa, che conta 11 importanti cantine unite nel nome dell’etica (a tutela dei consumatori e a garanzia di concorrenza leale) e della qualità. Banfi, Ferrari, Sartori, Zonin, Gancia, Giv, Marchesi di Barolo, Medici Ermete e figli, Santa Margherita, La Palazza, Terredora: sono questi i soci dell’organismo che ha ottenuto il cofinanziamento di 3,5 milioni da parte dell’Unione Europea nell’ambito dell’organizzazione comune di mercato del vino (Ocm) che diventano 7 con il versamento dell’altro 50% da parte delle imprese. Ma, a ben vedere, non è questa l’iniziativa più importante del consorzio presieduto da Ettore Nicoletto (ad del gruppo Santa Margherita). Novità assoluta per il mercato è l’assunzione di un codice di qualità declinata a 360°, misurata secondo precisi indicatori di performance e soggetta al controllo di terzi. A svolgere questo compito di sentinella di una qualità reale, saranno i laboratori dell’Unione italiana vini, i più dotati in Italia nelle tecniche di analisi, in grado di monitorare oltre 200 parametri dei vini rispetto all’abituale decina. Si va dal piombo al cadmio, dagli allergeni alle ocra tossine, il tutto per garantire sicurezza, trasparenza nelle produzioni e garanzia dell’origine.

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