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Il Mondo

Al consumatore non far saper che i prezzi scendono ... Le quotazioni del vino italiano sono scese oltre misura. Nonostante nel 2009 si sia registrata una sostanziale tenuta dei volumi su tutti mercati, le rilevazioni Ismea mettono in evidenza una diminuzione dell’indice dei prezzi all’origine del 25% per i vini da tavola e del 13% per i vini doc, con un abbattimento medio che tocca il 22% e un prezzo medio a litro del vino esportato che perde il 16%. È un grave danno per l’intera filiera, con una perdita di immagine e di prestigio del vigneto Italia, che comprende anche le denominazioni storiche più prestigiose, come hanno sottolineato, in un’inchiesta del “Mondo” (numero 8) operatori del settore, da Andrea Sartori (presidente dell’Unione italiana vini) a Emilio Pedron, ex ad del Gruppo talìano vini (di cui è rimasto consulente strategico), oggi anche alla guida della Bertani. Ma la cosa più strana è che mentre i produttori devono confrontarsi con la continua e preoccupante perdita di valore delle loro uve, il prezzo medio del vino sugli scaffali, in Italia, in Germania, negli Stati Uniti e perfino in Inghilterra, è aumentato. “In pratica, al consumatore non è arrivato alcun beneficio dal sacrificio fatto dai produttori, complici anche le maggiori accise o il cambio sfavorevole con la sterlina, per citare alcune concause”, sostiene Pedron. Che prende, però, di petto la questione e sottolinea: “Alla base di quanto è accaduto rimangono le scelte miopi di molti produttori che pensano di battere la concorrenza e la crisi abbassando i prezzi”. Insomma, il prezzo usato come unica leva commerciale va a unico vantaggio della distribuzione sempre più organizzata, “la quale”, aggiunge Pedron, “può approfittare di un’offerta dei produttori sempre più frammentata e disordinata”.


Andamento prezzo medio dei vini all’origine e al consumo:

All’ingrosso (Indice): -13,0%

Sullo scaffale: Italia +2,4%; Germania + 4,0%; Uk +5,1%; Usa + 1,4%

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