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Il Mondo

Santa Margherita... Pinot su misura ... Si porta dietro l’immagine di un vino di taglio industriale. E i più vecchi ricordano quando le uve ramate del Pinot Grigio venivano mischiate a piacimento con quelle del Lagrein e della Schiava, amati vitigni autoctoni dell’Alto Adige. Tutto vero. Ma ne è passata di acqua sotto i ponti da quando il Pinot Grigio ha cambiato pelle. Era la fine degli anni Cinquanta. E gli enologi della Santa Margherita si misero in testa di creare un vino bianco nuovo, fresco, fruttato. Dove? In Trentino Alto Adige, terra di uve ricche di profumi. Come? Vinificando in bianco le uve rosate del Pinot Grigio, (evitando cioè che il mosto resti a contatto con le bucce). Risultato? Una rivoluzione. L’iniziativa Santa Margherita, oggi uno dei maggiori e più profittevoli gruppi del mercato nazionale guidato dall’ad Ettore Nicoletto, ha fatto scuola e proseliti in tutte le zone viticole del pianeta. E il Pinot Grigio, oltre a essere uno dei simboli dell’enologia italiana è ormai il vino bianco più bevuto al mondo, dopo lo Chardonnay. Un successo a 360 gradi, di cui hanno beneficiato decine di aziende, e di cui il Pinot Grigio Santa Margherita, che festeggia oggi 50 anni, è a tutti gli effetti la bandiera e il motore. Due dati: il 53% della produzione di Pi not Grigio dell’Alto Adige e il 20% di quello prodotto nella Valdadige è targato Santa Margherita e si traduce in 8,5 milioni di bottiglie dirette in 75 Paesi. Qual è il bello? Che in barba a questi numeri, le uve sono raccolte a mano. E che il rapporto molto stretto tra il gruppo e il territorio ha reso possibile l’adozione di processi artigianali e la lotta integrata su larga scala, tale da ridurre l’impiego della chimica di sintesi nella gestione del vigneto. C’è tutto dentro il Pinot Grigio di Stefano, Luca, Gaetano e Nicolò Marzotto, i fratelli proprietari della Holding Zignago cui fa capo la divisione vino Santa Margherita. Bianco da tavola secco, pulito, facile da abbinare a tanti piatti, piacevole, per niente banale il Pinot Grigio della casa è declinato in due versioni. La base, Valdadige, e l’Impronta del fondatore che affina per qualche settimana in bottiglia, ha profumi più intensi, e una personalità che può confrontarsi anche con piatti più saporiti.

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