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Il Mondo

Il gusto antico della qualità … Vinicultura: la filosofia dell’azienda veronese che produce etichette di alta gamma … Innovazione e rigore: il fondatore di Zymè, Celestino Gaspari, punta sulla passione per confermare il successo di Harlequin, Kairos e Oz, i tre marchi di punta dell’azienda agricola veneta. Alla base dei risultati un mix unico tra uve e lavorazione … Terra di vini quella veneta, che anche quest’anno, il quarto consecutivo, si è confermata la regione italiana più produttiva d’Italia. Il 18% di tutta la vendemmia nazionale, una produttività del 50% per ettaro e ben 25.500 produttori iscritti all’albo dei vigneti dei vini doc collocano l’enologia della regione tra le eccellenze enogastronomiche italiane. Tra i viticoltori di pregio spicca l’Azienda agricola Zymè, 18 ettari che si estendono dalla zona orientale del Veronese al cuore della Valpolicella in un territorio ampio e morfologicamente diversificato. Qui, nelle cantine ricavate in un’antica cava di arenaria, è nato il rosso Harlequin 2003, tra le migliori bottiglie 2010 secondo la guida I vini d’Italia 2010 dell’Espresso. “Multiforme e poliedrico com’è il costume di Arlecchino”, afferma con soddisfazione il titolare, Celestino Gaspari, “fatto di cento stoffe e cento colori, eppure sempre riconoscibile. Così dev’essere il mio Harlequin, un vino che nasce da tante madri, da tante uve, minimo 15 varietà, unico e irripetibile di anno in anno, eppure sempre riconoscibile nella sua caleidoscopica variabilità”. Il segreto di questo successo non sono solo le eccellenti competenze tecniche, ma soprattutto l’attenta conoscenza e il rispetto del territorio venero, che grazie a particolari caratteristiche è zona di produzione di uve ottime. “Quando penso alla mia azienda, non mi concentro alla mia capacità di fare business ma alla possibilità di coltivare una passione che porti un’elevata qualità di vita, rispetto per l’ambiente e valore per la preziosa area che ci ospita”. Sì, perché la regione vanta una grande cultura vinicola, con ben 20 zone di produzione di vini doc. Un patrimonio inestimabile tutelato da 19 Consorzi volontari che assicurano la provenienza dei vini dalle zone dichiarate, la loro produzione con le specificate uve, le dovute proporzioni secondo i metodi tradizionali e il corretto invecchiamento. “Controlli rigorosi”, precisa Gaspari “grazie ai quali anche il nostro Kairos, fratello minore dell’Harlequin, può vantare aspetti unici. Le uve vengono raccolte in base alla maturazione varietale di ogni singolo vitigno e riposano poi in plateaux, limitando però l’appassimento al solo tempo di concludere l’intera vendemmia. Dopo dieci giorni dalla svinatura, entra in barriques di legni francesi dove trascorre almeno 24 mesi senza mai essere travasato. È un grande vino, conveniente per chi lo acquista perché ha un ottimo rapporto qualità-prezzo”. Altissima qualità, dunque, che spiega la crescente richiesta dell’enologia veneta da parte dei mercati esteri. All’export va infatti il 75% della produzione dei vini doc, nettamente superiore alla media nazionale che si ferma al 59%. Primi importatori sono gli Stati Uniti dove, secondo l’Italian Wine & Food Institute, nei primi due mesi del 2010 i vini doc italiani sono stati al primo posto nei consumi, con un fatturato di 142,5 milioni di dollari, in progresso del 2,9% rispetto al 2009. Anche Zymè ha vinto la sfida internazionale conquistando il competitivo mercato statunitense grazie alla capacità di inventare nuovi modi di proporre il vino al pubblico. Ne è un esempio l’Oz: “Si tratta di una coraggiosa interpretazione dell’Oseleta”, spiega Gaspari, “vitigno autoctono quasi dimenticato e comunque praticamente mai vinificato in purezza a causa della sua ruspantezza e che invece noi abbiamo reso equilibrato. Il vino deve essere il risultato di un progetto creativo e di una ricerca continua, in cui la volontà di migliorare sempre ci porta al raggiungimento di importanti obiettivi”.

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