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Il Mondo

… Quando il rosso lo metti in banca… Istituto di credito con mille soci … Trecento produttori per un migliaio di soci e circa 80 mila bottiglie stoccate in rappresentanza degli anni ‘90 e Duemila. Sono questi i numeri dell’istituto di credito più inebriante d’Italia: la Banca del vino, nata all’interno del progetto Slow Food dell’Agenzia di Pollenzo, nelle cantine Ottocentesche che Carlo Alberto volle, a Bra, in provincia di Cuneo, nella Tenuta Reale di Casa Savoia, come archivio del patrimonio enologico piemontese. Cifre importanti per una cooperativa che, creata con l’aspirazione di preservare la memoria storica del vino italiano, si è evoluta in vero e proprio trampolino di lancio della produzione italiana con tanto di attività di degustazione, promozione e commercializzazione delle bottiglie stoccate. “Periodicamente effettuiamo attraverso il nostro sito vendite a prezzi agevolati per i soci (250 euro per la quota vitalizia, ndr) della banca, che sono le stesse imprese, ma anche appassionati, curiosi e amanti del vino”, spiegano dall’Istituto presieduto da Gianni Vercellotti. Un’attività di promozione, insomma, dal produttore al consumatore con consegna a domicilio che, oltre ad avere il merito di far conoscere le buone etichette, finisce anche con il finanziare, sia pure in modesta parte, le stesse imprese produttrici di tutta Italia. “Il centro della nostra attività resta comunque la cultura enologica”, proseguono dalla Banca, in linea, del resto, con l’attività svolta dall’Università del gusto. “Per centrare quest’obiettivo organizziamo degustazioni, ma anche veri e propri corsi di formazione ed eventi”. Una densa attività che ha portato nei caveau della Banca ben 40 mila visitatori in un anno.

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