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Il Mondo

Enologia il comparto conta 5 mila aziende e circa 10 mila addetti… …. Bianchi, rossi e rosé lungo la strada … Qualità e tradizione. È questo il binomio su cui punta l’Alto Adige per sviluppare il business del vino. Un settore di tutto rispetto che conta su tre vitigni autoctoni: il rosso Schiava, il bianco Gewürztraminer e il rosé Lagrein, anche detto rosé dell’Alto Adige. Questi tre vini danno lavoro nei territori altoatesini a ben 5 mila aziende in cui sono impiegate più di 10 mila persone. Sedici sono, infatti, le cantine produttrici, cui si aggiungono una quarantina fra tenute e cantine private, nonché un gran numero di vignaioli e imprese agricole che sono presenti in ben 52 dei 119 comuni altoatesini. Piccoli centri di montagna lungo cui corre la Strada del Vino dell’Alto Adige, un territorio che ogni anno, con più di 5 mila ettari coltivati a vigneto, produce 550 mila ettolitri
di vino. È su questi monti che è possibile visitare aziende centenarie come la Cantina Andriano, la più antica dell’Alto Adige, fondata nel 1893 sulla riva destra dell’Adige a 285 metri sul livello del mare. O magari la San Paolo, storica realtà cooperativa della regione (1907), che ha aperto ai curiosi le porte della propria cantina da Pasqua a novembre. O ancora la Cantina Caldaro, che, creata nel 1906, è un’associazione di 450 contadini con una superficie coltivabile da circa 300 ettari che produce ogni anno circa 1,8 milioni di bottiglie. Bottiglie pregiate in cui c’è un sorso di Alto Adige e tanta competenza vitivinicola necessaria soprattutto in tempi di elevata variabilità meteorologica “La ricerca della qualità ha chiaramente avuto la meglio sulla ricerca della quantità›› spiega Armin Dissertori presidente del Consorzio Vini Alto Adige e numero uno della Cantina Caldaro “Un mirato diradamento dei grappoli sommato al tardivo inizio della vendemmia (una settimana più tardi rispetto all’anno precedente, ndr) ha avuto risvolti positivi sulla qualità
dell’uva” La quantità pero ha subito una flessione. “Rispetto alla media degli ultimi
anni”, conclude “l’annata 2010 ha fatto registrare un calo fra i 10 e i 25 punti percentuali Per il resto, il 2010 presenta tutti i requisiti per un annata più che buona con vini molto tipici”.

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