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Il Mondo

Austerity al supermarket, ma non per tutti ... la stima dell’Oiv, Organisation internationale de la vigne e du vin, parla chiaro: la produzione mondiale di vino 2010 è 260 milioni di ettolitri, in calo di oltre 10 milioni di ettolitri sul 2009. In particolare, l’Italia perde per strada l’11% e si ferma a quota 42,6 milioni ettolitri, diventando comunque il secondo produttore mondiale dietro la Francia a quota 44,8 milioni. Ma è un bene o un male che la produzione diminuisca visto il calo dei consumi? “Quella del vino è un’azienda sotto le stelle con tutti i vantaggi e rischi connessi a un legame così forte con la natura”, sorride Ettore Riello, presidente di Veronafiere, padrone di casa, assieme al dg Giovanni Mantovani, del Vinitaly, il più importante salone dei vini del mondo, aperto nella città scaligera. Riello è un ottimista: “Va sottolineata la capacità che ha avuto il mercato italiano di colmare il gap dall’eterna rivale Francia, sia per quantità che per qualità”, sostiene. “Oggi i cugini d’Oltralpe ci osservano con molta attenzione, tanto è vero che per la prima volta è attesa al Vinitaly una delegazione di produttori di Bordeaux”. Resta, però, la flessione dei consumi registrata nella grande distribuzione (gdo), attraverso cui passa il 60% del venduto totale. Come sempre, è SymphonyIri group, per conto di Veronafiere, a scattare la fotografia più completa. Che cosa emerge? Una flessione dello 0,9% del volume delle vendite di vino confezionato rispetto al 2009, cui si contrappone un lievissimo incremento in termini di valore dello 0,4%. In questa cornice se la cavano i vini di fascia alta:
quelli dai 6 euro in su segnano, infatti, un progresso in volume e valore nell’ordine del 10%. Anche i vini sotto i 3 euro hanno girato la boa con un piccolo segno più, mentre hanno perso i grandi formati e le confezioni diverse dalla bottiglia. E le bollicine? Hanno chiuso l’anno con una battuta d’arresto dopo la corsa deI 2009 (+0,4 in volumi e +0,7% in valore), ma i primi due mesi del 2011 segnano una ripresa (+2% in entrambe le voci) che non si ritrova invece nell’area dei vini fermi e frizzanti (ancora in flessione). Riello non usa giri di parole. Sul calo pesa anche l’inasprimento della disciplina in materia di guida che ha tagliato una bella fetta dei consumi fuori casa: “Il problema è serio e ha rilevanza sociale, ma non si diventa delinquenti bevendo un bicchiere di vino: occorre rigore, non accanimento”.

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