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Il Mondo

Il Lambrusco merita un look frizzante ... Rilancio (con il Pignoletto Bianco) di Cantine Riunite-Giv... L’ultima ricerca Symphonylri per Vinitaly gli ha assegnato ancora una volta l’alloro: il Lambrusco, il noto rosso dell’Emilia, è il vino più gettonato sugli scaffali della grande distribuzione. Nel 2010 ne sono stati venduti 14,5 milioni di litri, il 6,1% in più sul precedente esercizio, per un controvalore di 42,7 milioni di euro (+3,1%). Dunque un campioncino del mercato governato da due grandi player: il gruppo Riunite-Giv che opera attraverso i marchi Riunite, Cavicchioli, Civ & Civ e Righi (questi due fanno capo alla divisione Coltiva) e l’antica cantina Chiarli di Modena, di proprietà dell’omonima famiglia. Ma c’è un punto debole. In un momento in cui il consumatore appare sempre più portato a scegliere vini meno impegnativi, con una gradazione alcolica contenuta, proprio come il Lambrusco, questo si porta dietro un’immagine un po’ vecchiotta e poco modaiola per attrarre anche il pubblico più giovane cui i produttori stanno facendo la corte. E allora? E allora ecco che il maggiore player del settore ha deciso di passare al contrattacco. O, meglio, ha deciso di cambiare il passo di uno dei cavalli della sua scuderia: il marchio Righi, il brand intitolato a Gaetano Righi, pioniere della viticoltura emiliana, che opera nella fascia alta di questa denominazione e, allo stesso tempo, è anche leader sul mercato del Pignoletto. Un vino giovane, frizzante e spumante, che sta crescendo a ritmi del 30% l’anno e vale già un fatturato di 6 milioni, di cui proprio Righi (che opera anche con il marchio Quattro Ville nel canale horeca) si aggiudica quasi la metà. “Il Pignoletto è un vino facile e leggero, concorrente dal basso del Prosecco, che ha un’immagine moderna, asciutta, meno legata alla tradizione: sarà questo lo strumento che permetterà di rilanciare la marca Righi anche nell’area del Lambrusco”, dice Maurizio di Robilant, presidente e fondatore della RobilantAssociati, realtà milanese specializzata nelle strategie di progettazione e rilancio della marca e nella valorizzazione del made in Italy, che ha messo a punto il progetto Righi, dopo aver già lavorato per Ferrari, Tramin, Campari, Martini, Illycaffè, Galbusera, Mulino bianco. Obiettivo: scoprire quelle unicità aziendali sulle quali fare perno per competere e primeggiare sul mercato. E l’unicità per Righi si chiama appunto Pignoletto, il vitigno cui l’azienda ha creduto prima di altri e al quale ha dedicato energie e investimenti che oggi si traducano nell’arma più efficace per emergere in un contesto estremamente polverizzato e anche nella leva che darà al Lambrusco
la spinta verso il mondo più giovanile.


Le quote di mercato dei principali produttori di Lambrusco

Giacobazzi 1,45%

Chiarli 19,30%

Cavicchioli 18,61%

Caviro 3,67%

Donelli 2,57%

Cantine coop. riunite 13,79%

Coltiva (Righi e Civ & Civ) 11,36%

Private label 8,59%

Altri produttori 20,75%.

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