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Il Mondo

Il manager è novello ... Generazioni il ricambio al vertice ... Tra le cantine e filari del Trentino si fa largo la nuova generazione di vinicoltori, che non abbandona la vecchia tradizione ma introduce anche nuovi modelli ... Sorpresa: se nell’agricoltura mancano i giovani imprenditori e l’età media dei titolari è superiore ai 60 anni, nel settore vinicolo è vero il contrario, soprattutto nelle aziende che producono il Trentodoc, dove un numero crescente di giovani sui 30 anni si sta preparando al ricambio generazionale. C’è chi decide di cambiare completamente modello di business rispetto al passato, chi invece riprende la produzione interrotta parecchi anni prima, chi mira
trasformare una passione famigliare in un lavoro a tempo pieno. Tutte cantine di dimensioni limitate ma ben rappresentate nel canale horeca, che puntano anche al mercato estero con prodotti di nicchia. Franco, Lorenzo, Alessandro e Roberto Cesconi, i quattro fratelli dell’omonima azienda recentemente entrata nell’Istituto Trentodoc, hanno deciso di cambiare rotta rispetto al padre, socio di un consorzio a cui conferiva il raccolto di 20 ettari di vigneti, per produrre con la loro etichetta 120 mila bottiglie di cui 5 mila di spumante che l’anno prossimo dovrebbero diventare 10 mila. Mentre per Donatella Pedrotti, 39 anni, laureata in economia e commercio, non è stato difficile scegliere tra la carriera in una multinazionale di analisi finanziarie e la Grotta dello Spumante Pedrotti, un ambiente ideale per la produzione del metodo classico che appartiene alla famiglia da quattro generazioni. Ha riavviato la commercializzazione dello spumante Pedrotti, supportata dalle conoscenze tecniche del padre Paolo e con l’aiuto della sorella Chiara. Una crescita continua dal 2008 del 40% è facile se si parte da zero, ma contano di raggiungere quota 70 mila bottiglie nei prossimi anni. Intanto, si preparano a lanciare un nuovo prodotto battezzato Trentodoc Bouquet. E magari sbarcare in Asia. Per Giacomo Malfer, prossimo alla laurea in economia, invece, il sogno è quello di trasformare la passione di famiglia, ossia l’azienda Revì, in un’attività a tempo pieno e fare del Trentodoc Revì Dosaggio Zero, il loro prodotto di punta del 2012: sebbene molto giovane, 22 anni, ha già le idee molto chiare e l’intenzione di seguire la filosofia produttiva del padre, che da sempre valorizza i profumi dello Chardonnay di montagna saltando la fase di aggiunta di zuccheri, il dosaggio appunto, in una delle tre etichette della gamma. Anche Clementina Balter si è laureata in economia aziendale con specializzazione in marketing management mentre svolgeva un incarico di responsabilità per il gruppo Calzedonia. Da questa estate ha affiancato il padre nella gestione dell’azienda che produce 70 mila bottiglie l’anno, di cui la metà Trentodoc. Con un obiettivo: far sì che il nome Balter sia conosciuto nel resto d’Italia come lo è in Trentino.

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