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Il Mondo

Nel mondo di Lunelli ... Aziende le strategie del leader del settore per crescere ancora ... Gira Europa e Stati Uniti per confermare il successo dell’azienda trentina, giunta alla terza generazione. E si prepara a far fruttare 10 ettari di coltivazione biologica ... L‘avventura del Trentodoc nasce da un sogno o meglio, da un’intuizione di Giulio Ferrari, il conte enologo, che 110 anni fa decise di piantare le barbatelle di Chardonnay nei dintorni di Trento. “Attenzione, non in un punto qualunque, ma alle pendici dei monti dove a fine estate l’escursione climatica tra giorno e notte conferisce alle uve un’acidità e una maturazione aromatica speciali.
Ed è questo il segreto degli spumanti trentini: il terreno e l’agricoltura di montagna. Se a questo si aggiunge una decisa e responsabile attenzione all’ambiente, tale da eliminare pesticidi diserbanti e altri componenti tossiche nelle coltivazioni, si capisce il perché del suo successo”, racconta con entusiasmo Matteo Lunelli, presidente delle cantine Ferrari e amministratore delegato della holding di famigliaNe1 1952 Bruno Lunelli, con spirito imprenditoriale e notevole senso commerciale, rilevò le attività di Ferrari, dando inizio a un periodo di espansione straordinaria fino a farla diventare l’azienda leader che è oggi. Normale, dunque, che con questa storia alle spalle e una tradizione centenaria, la terza generazione dei Lunelli senta la responsabilità di portare avanti il marchio Trentodoc e le bollicine del Trentino come un’eccellenza del territorio: “Il vino è la poesia della terra, diceva Mario Soldati”, commenta Matteo Lunelli. “Non a caso alcune zone del Paese o nel mondo sono conosciute esclusivamente per il loro vino. Ma si può creare anche uno scambio reciproco dove arte cultura e natura concorrono a promuovere la produzione e il terrìtorio. E per fortuna nella regione possiamo contare su montagne che sono classificate come patrimonio dell’Unesco, su testimonianze del passato come il castello del Buon- consiglio, su un museo che rappresenta il meglio dell’espressione artistica contemporanea come il Mart.
Insomma, non possiamo lamentarci”, continua il neopresidente, che conta dì chiudere l’anno con un fatturato in crescita, il 2010 ha segnato +10% con 54 milioni di euro, anche se non nasconde qualche preoccupazione: “È ancora troppo presto per sbilanciarsi, certo gli ordinativi sembrano confermare queste stime, la doppia crescita dell’anno scorso è probabile solo all’estero. Con un mercato interno quasi fermo è inevitabile, anche lo spumante va comunque meglio del vino. E per questo sono ottimista: nel Trentodoc la complessità si unisce a una straordinaria bevibilità e queste due caratteristiche ne fanno un vino moderno che si abbina facilmente al cibo ed è perfetto per l’aperitivo. È innegabile il successo che riscuotono le bollicine. Certo, cercare opportunità altrove non è facile e non per tutti, ma le sorprese non mancano, Per esempio, mai avrei immaginato gli ottimi risultati ottenuti in per citare l’ultimo Paese dove siamo sbarcati. Senza contare le potenzialità immense degli Stati Uniti dove siamo presenti da ormai 20 anni”. Infatti, Lunelli infaticabile viaggiatore per promuovere il Trentodoc, sarà tra poco a New York, dopo essere stato due settimane fa in Giappone e prima ancora in Russia. Senza dimenticare di controllare come procedono i lavori nel nuovo vigneto biologico, 10 ettari in Val d’Adige che nelle intenzioni dovrebbe diventare un modello delle competenze maturate, appunto, in tanti lustri.
Tra dieci anni darà i primi frutti e altrettanti ne serviranno per far diventare queste uve una grande riserva. Perché per fare un vino di qualità ci vuole passione e soprattutto infinita pazienza.

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