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Il Mondo

Chi brinda con il Vinitaly ... La crescita delle vendite all’estero solleva il settore ... prima il focus sul comparto fieristico nazionale: “Un sistema essenziale per la crescita della politica industriale del Paese, che genera un giro d’affari di 60 miliardi, è il tramite del 10% dell’export italiano e rappresenta uno dei principali strumenti di promozione per il 75% delle imprese industriali e per il 90% delle piccole e medie aziende, ma ciononostante è trascurato dal governo”, scandisce Ettore Riello, nella sua veste di neo presidente dell’Aefi (Associazione delle esposizioni e delle fiere italiane). Poi indossa il cappello di presidente di Veronafiere e cala le sue carte: tre anni consecutivi di bilanci in attivo (caso unico in Italia), 1,6 milioni di euro di utile nel 2011, fatturato di 84 milioni, margine operativo lordo di 12,1 milioni, crescita di 4 punti della quota del mercato fieristico (dal 12,5% al 16,6%), un indotto nel territorio nell’ordine di 1 miliardo. Ce n’è abbastanza per attirare investitori di peso come la Popolare di Vicenza e la Cattolica Assicurazioni, entrati un mese fa nella compagine dell’ente fieristico scaligero (vedere grafico qui sopra). Morale:
una bella spinta in avanti per Veronafiere, al servizio di piani di sviluppo anche oltre confine: il 10% degli investimenti sosterrà, infatti, iniziative sui mercati esteri, ritenuti cruciali per la promozione di quel made in Italy agroalimentare che rappresenta il 45% dell’attività complessiva dell’ente.
“Abbiamo un know how costruito in 114 anni di attività, siamo il primo organizzatore diretto di rassegne in Italia e abbiamo la leadership nel settore agroalimentare che rappresenta una delle eccellenze italiane sui mercati internazionali”, sottolinea Riello, che divide il suo tempo tra gli incarichi nel mondo fieristico e la guida del grande gruppo meccanico veneto che porta il suo nome. Il cuore e il traino del comparto agroalimentare è, in particolare, il settore vitivinicolo che Verona coccola come un figliolo. In cifre, il mondo del vino 2011 vale 10 miliardi di fatturato, sui quali l’export pesa per 4 miliardi (+13% rispetto al 2010) consegnando all’Italia la leadership del mercato globale con una quota del 22%. Come dire che in giro per i continenti una bottiglia di vino su cinque parla italiano. Nel nome di Bacco, Veronafiere organizza da 46 anni Vinitaly, il più importante salone internazionale dedicato ai vini e ai distillati, in programma nella città scaligera dal 25 al 28 marzo. “Vinitaly, con i suoi 4 mila espositori, è una piattaforma privilegiata per tutta la filiera del vino, sia sul mercato interno che internazionale”, sostiene Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere. “E anche un incubatore delle nuove frontiere e delle tendenze, favorisce la cultura nei confronti di un prodotto che rappresenta la voce più importante dell’export agroalimentare, crea business e moltiplica i contatti, grazie anche all’iniziativa Tour in the world che sta determinando joint venture e accordi in vari mercati”. D’altra parte, anche il rischioso cambio di date e l’accorciamento dei giorni di apertura del salone, fissati dalla domenica al mercoledì (invece che dal giovedì al lunedì) sono finalizzati a un taglio sempre più professionale del Vinitaly (33 contatti per espositore, contro la metà in altre fiere concorrenti) con un numero crescente di buyer e visitatori esteri, tra i quali, per la prima volta, aziende provenienti da Uzbekistan, Moldavia, Azerbaijan e Armenia. L’attenzione ai temi di stretta attualità si traduce in iniziative nuove come la rassegna dedicata ai vini naturali, prodotti da agricoltura biologica e biodinamica, battezzata “Vivit, vigne, vignaioli e terroir”, che rappresenta una delle novità dell’edizione 2012, con oltre cento espositori presenti per la prima volta con le loro produzioni. Del resto, a partire dalla prossima vendemmia, un recente regolamento dell’Unione Europea permette alle aziende di utilizzare il termine “vino biologico” sulle etichette di vini prodotti con questa tecnica e certificati da un organismo competente. Tema che si inserisce nella più generale questione della sostenibilità e del ruolo dei viticoltori in favore dell’ambiente che sta impegnando anche l’Unione Italiana Vini (articolo a destra).

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